Rigenerazione della città: problemi e proposte per migliorare Asti

Mercoledì 18 dicembre al Centro Culturale FuoriLuogo di Asti si è tenuto un incontro aperto, promosso dalla rivista www.adlculture.it in collaborazione con il Laboratorio della città, per discutere di riqualificazione urbana.

Il Laboratorio si propone come luogo di incontro, piattaforma e contenitore di idee aperto a tutti quei cittadini, professionisti, rappresentanti di categoria ed amministratori che hanno a cuore la rinascita di Asti, e che desiderano presentare proposte per una città che da troppo tempo soffre di una manifesta fase di decadenza.

L’apertura dei lavori è stata affidata agli interventi degli architetti Marco Pesce e Domenico Catrambone i quali, partendo dalle proposte emerse dalle varie edizioni di A.S.T.I. FEST – Festival dell’Architettura Astigiano, hanno introdotto il tema dei numerosi immobili inutilizzati presenti in città.
Tra gli interventi anche quello dell’assessore all’Urbanistica Coppo. La partecipazione all’incontro è stata numerosa, a testimonianza del grande interesse per l’iniziativa.
La prima riunione ha affrontato un ventaglio di temi che dovranno necessariamente essere declinati ed approfonditi nei prossimi incontri, al fine di individuare possibili temi specifici di studio, progettualità ed intervento.

In primo piano i “contenitori vuoti” dell’ex Ospedale e della Maternità: locali ASL dismessi che attualmente non hanno una destinazione d’uso, messi in vendita tutti. Una soluzione possibile emersa dall’incontro è la triangolazione tra ASL-Regione-Comune perché l’ente pubblico possa entrare in possesso degli immobili e quindi intervenire.

Altro tema fondamentale affrontato è stato lo stop al consumo del territorio che si va spesso a scontrare con una riqualificazione antisismica, energetica, impiantistica che, nel patrimonio edilizio esistente, ha dei costi superiori alle nuove costruzioni. Lo Stato deve quindi operare sulla fiscalizzazione e il Comune sugli oneri di urbanizzazione e sugli incentivi ad operare sul costruito piuttosto che sul nuovo, in centro piuttosto che in periferia. Quello delloè un tema fondamentale.

La riqualificazione urbana non può non tenere conto del diritto ad una casa dignitosa per i ceti in difficoltà, colmando le profonde disuguaglianze sociali.

La discussione è anche servita per porre in rilievo le potenzialità di Asti: baricentro del suo territorio provinciale, per la sua storia ma soprattutto per la sua collocazione geografica strategica (vedi polo logistico dell’entroterra ligure), in un crocevia autostradale e ferroviario (principale e locale, anche se quest’ultimo molto impoverite) di grande interesse;  periferia qualificata della metropoli, con una qualità di vita migliore.

Sono inoltre state evidenziate le esigenze prioritarie della città: edilizia scolastica, edilizia sociale, nuovi insediamenti industriali riutilizzando contenitori vuoti, nuove richieste della grande distribuzione di ricollocare punti vendita in centro.

Infine è emerso un nuovo focus di attenzione sugli studenti del Polo universitario, provenienti da altre città che, pur abitando lungo la settimana ad Asti, non hanno reti per fruire pienamente della città e dei suoi servizi.
Da sviluppare quindi nei prossimi incontri i progetti per il recupero di contenitori per uso culturale e sociale, destinati a fruizioni temporanee per esempio durante il periodo di riqualificazione di un edificio scolastico. Nel prossimo incontro di metà gennaio si cercherà di approfondire il rapporto studenti universitari-città, l’edilizia scolastica, la sostenibilità e accessibilità della città per i disabili, che deve essere filo conduttore di ogni proposta di intervento urbano.