Lettere al direttore

“Gandolfino: lo sviluppo turistico di Asti passa anche da una mostra”

Riceviamo e pubblichiamo, l’intervento di Davide Palazzetti. Dopo l’intervento sulle opportunità offerte all’Astigiano da un grande piatto della tradizione, la bagna càuda, una riflessione per valorizzare un nostro grande artista rinascimentale: Gandolfino.

Ad Asti non mancherebbe proprio nulla per attrarre turismo, si avesse solo la capacità di raccontare e promuovere tutto il bello e l’unicità di cui è ricchissima. Cominciassimo dall’astigianissimo Gandolfino, uno tra i grandi interpreti della migliore arte rinascimentale italiana, secondo me si partirebbe benissimo. Figlio del pittore Giovanni Roreto, famiglia radicata in città sin da inizio ‘400, e di Verdina Pelletta, membro del più importante patriziato astigiano, ebbe bottega in Asti, assai attiva tra il 1493 e il 1518.

Interprete importante, talmente importante da meritare sicuramente una temporanea a Palazzo Mazzetti, negli spazi al pian terreno, oggi occupati dalle marine della Normandia. Ci starebbero comodamente una ventina di sue opere, più che sufficienti a raccontarne l’evoluzione artistica. Polittici, ne era maestro, e tavole, scelte tra le tante distribuite in Piemonte e nel Nord Italia e tra alcune presenti in città ma non facilmente fruibili, come i due suoi capolavori custoditi dalla Fondazione CRAT, la bella Natività dal Seminario vescovile e la Madonna tra San Marco e San Secondo dal Santuario della Madonna del Portone, dove si devono a Gandolfino le figure dei due santi. Il tutto collegato, nella logica di mostra aperta, a quanto godibile in Cattedrale, Collegiata con il grande polittico dell’Adorazione dei Magi, il mio preferito, Santa Maria Nuova e Museo Diocesano.

Perché metterlo in mostra è evidente: attrarre turismo raccontando con la nostra grande arte tutta la ricchezza della destinazione, stimolando i visitatori dell’esposizione a girare per Asti, continuando ad apprezzare l’artista, assieme al tanto altro offerto.

Confido allora che la Fondazione Asti Musei decida presto di darsi valore e darne alla Città, anche con una mostra dedicata a questo grande astigiano, a supporto di quello sviluppo turistico che tanti auspicano ma che ancora fatica a farsi vedere.