Alluvione del 1994, il ricordo di Lido Riba assessore all’Agricoltura della Giunta Brizio

"Da quei giorni sono nati Protezione Civile e fondi ATO per le aree montane"

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Nel novembre 1994, il Presidente Uncem Piemonte Lido Riba era allora Assessore regionale all’Agricoltura e Montagna nella Giunta guidata da Gian Paolo Brizio.

La memoria è vivissima. “Quella del 5 novembre e dei giorni successivi – ricorda Riba – è stata più grandi tragedie a memoria d’uomo conosciuta dal Piemonte, con un’esondazione che coinvolse tutta l’asta del Tanaro trascinando lungo il fiume ponti, strade, rete ferroviaria e naturalmente le aree agricole, per una profondità di oltre un chilometro su ciascuno dei due versanti. La tragedia colpì particolarmente, oltre che l’economia, anche la popolazione se pensiamo al numero di morti causati dall’inondazione. Nel mio ruolo di allora Assessore all’Agricoltura e alla Montagna ho particolarmente presente la quantità e la qualità della reazione. I Sindaci e gli Amministratori comunali tutti in prima linea, la Regione convocò immediatamente la domenica stessa la riunione straordinaria con il Governo e nel giro di pochi giorni arrivarono i funzionari della Comunità Europea per la quantificazione del danno e i primi interventi. Posso dire che nei confronti dell’agricoltura ci fu un atteggiamento quasi adeguato mentre per il settore artigianale, industriale e commerciale la quantificazione dei danni e la determinazione dei rimborsi procedettero purtroppo a rilento, non per colpa della Regione ma per l’ingorgo ministeriale. Comunque ancora oggi le immagini video della macchine che, una volta ritiratosi il fiume, riemergevano issate sulle cime dei pioppi, come drammatici trofei del disastro, rappresentano per noi che c’eravamo il ricordo indelebile e straziante di ciò che ha vissuto il Piemonte”.

“Le piene di questi giorni – sottolinea Riba – anche se non sono della stessa portata, ci segnalano comunque la precarietà delle nostre vallate sulle quali occorre continuare a investire in prevenzione. Da quell’alluvione è nato l’impegno della Protezione civile e del volontariato organizzato. Ma soprattutto capimmo bene che senza un sistema di prevenzione a monte, le città a valle sarebbero andate sempre sott’acqua. Quando ancora non si parlava di remunerazione dei servizi ecosistemici-ambientali e di cambiamenti climatici, lavorammo intensamente negli anni successivi per arrivare ad avere i cosiddetti ‘Fondi Ato’, la perentuale di tariffa idrica destinata alle aree montane per interventi di prevenzione del dissesto e tutela dei versanti. Siamo stati i primi in Italia e oggi tra i pochi ad avere questa forma di ‘Psea’ che ha ridotto fortemente il rischio investendo oltre mezzo miliardo di euro in vent’anni. Senza quegli investimenti, moltissimi nubifragi e alluvioni degli anni successivi, degli ultimi due decenni, avrebbero avuto effetti ben peggiori, analoghi a quelli del 1994. La prevenzione a monte è indispensabile e da incentivare sempre. A vantaggio di tutti”.

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