Alba: il sindaco Carlo Bo al convegno “Invecchiamento di successo”

«Nella nostra città, 8.084 persone hanno più di 65 anni»

La giornata divulgativa “Io sono la mia memoria: sentimenti, emozioni e storia nei nostri ricordi” ha chiuso il convegno biennale “Invecchiamento di successo 2019: Body and Mind Connection” a cura della Fondazione Ferrero, sabato 9 novembre ad Alba.

Ad aprire la mattinata conclusiva dell’evento iniziato il 7 novembre scorso è stato Bartolomeo Salomone, segretario generale della Fondazione. A seguire, il sindaco di Alba Carlo Bo ha portato ai presenti il saluto della città.

Davanti alla signora Maria Franca Ferrero, presidente della Fondazione, e al folto pubblico il sindaco Carlo Bo ha presentato una panoramica sul mondo degli anziani ad Alba: «Nella nostra città, 8.084 nostri concittadini hanno più di 65 anni. Tra questi, 4.489 hanno oltre 75 anni, gli ultra 85enni sono 1.461 e gli ultra 90enni sono 512. Questi anziani, che personalmente amo chiamare diversamente giovani, sono vere e proprie risorse per la nostra città e per la nostra società, perché portatori di saggezza, di memoria e di ricordi. Negli anni, ad Alba, sono state avviate politiche attive nei confronti degli anziani, come ad esempio i Nonni Civici, operativi nel campo del volontariato, della cultura e dell’associazionismo. E parallelamente sono state avviate politiche di welfare, sin dagli anni ’80, con la realizzazione di mini alloggi per supportare gli anziani in difficoltà abitativa. In città, inoltre, sono presenti quattro centri comunali di incontro per anziani, mentre l’Università della Terza Età accoglie oltre 350 iscritti. Negli ultimi anni anche la nostra città è stata colpita dalla crisi che ha investito i nostri anziani direttamente o perché si sono ritrovati a dover aiutare i figli in difficoltà. A queste persone è stato dato supporto dalla passata Amministrazione e lo stesso faremo anche noi».

Poi, il giornalista e scrittore scientifico Piero Bianucci ha esposto in sintesi i risultati delle giornate di studio e formazione sull’invecchiamento da un punto di vista scientifico e sociale, tracciati da esperti e ospiti internazionali che hanno partecipato all’evento organizzato dalla Fondazione Piera Pietro e Giovanni Ferrero in collaborazione con l’Accademia di Medicina di Torino e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Secondo quanto emerso dalle sessioni di giovedì e venerdì e riportato da Bianucci, per vivere a lungo, oltre alla componente genetica famigliare, sono importanti il contesto sociale e i comportamenti individuali: mangiare in compagnia, nutrendosi con frutta e verdura, poca carne rossa e preferibilmente carne bianca; avere una buona rete di relazioni affettive e sociali, evitando la solitudine, e non smettere mai di formarsi, leggendo molto e rimanendo in contatto con le nuove tecnologie.

È seguito poi il dialogo sulla memoria. Moderati da Piero Bianucci sono intervenuti sull’argomento Alberto Angela, scrittore, giornalista, naturalista, divulgatore scientifico che ha raccontato com’è stato mostrato l’Olocausto in uno dei suoi programmi televisivi; mentre del tempo ha parlato Arnaldo Benini, professore emerito di Neurochirurgia e Neurologia dell’Università di Zurigo, autore di saggi e protagonista di conferenze su mente e cervello, auto-coscienza, fisiologia del dolore, disturbi neurologici connessi al senso del tempo; Raffaele Montepaone, fotografo calabrese, autore della mostra “Life. Istantanee di Calabria” allestita in Fondazione Ferrero ha raccontato come sono nate le sue foto incentrate su volti e mani scattate a 32 anziani calabresi, partendo dalla centenaria vibonese Angela; Marcel Rufo professore emerito di Psichiatria all’Università di Marsiglia, tra i migliori specialisti dei problemi legati all’infanzia e all’adolescenza, si è soffermato sull’importante relazione tra nonni e nipoti; Davide Schiffer professore emerito di Neurologia all’Università di Torino, scienziato e umanista, medico e filosofo, sfuggito alle persecuzioni razziali, partigiano nelle valli di Cuneo per Giustizia e Libertà, ha ricordato la sua infanzia con la guerra, la cattura, la deportazione e l’uccisione del padre ad Auschwitz.