L’intervento sull’universo mafioso al femminile del generale Antonio Borgia alla Conviviale del Lions Club Asti Host

È stata una serata ricca di riflessioni la prima convivale con ospiti del Lions Club Asti Host presieduto quest’anno da Federica Oddone.

Relatore il Generale di Brigata (Riserva) della Guardia di Finanza Antonio Borgia. Un’interessante ed emozionante presentazione ha condotto gli ospiti attraverso i vari aspetti del ruolo della donna all’interno di Cosa Nostra dagli albori fini ai giorni nostri.

Nato a Brindisi nel 1956 , Borgia ha frequentato l’Accademia della Guardia di Finanza a Roma e nella sua carriera ha ricoperto numerosi incarichi rilevanti in Sicilia in Emilia Romagna ed in Piemonte. Nei gradi di tenente, capitano e maggiore ha comandato vari reparti operativi e comandato diverse unità in varie Regioni, Dal settembre 2009 al luglio 2013 è stato Comandante Provinciale ad Asti ed Alessandria dove ha terminato la carriera nel mese di novembre 2016. Negli anni ha ricevuto ben 49 ricompense di ordine morale per attività ed operazioni di servizio, molte delle quali per i risultati ottenuti nel contrasto alla criminalità mafiosa.

Il Generale ha illustrato con dovizia di particolari e testimonianze il ruolo della donna nelle associazioni criminali di stampo mafioso che è sempre stato caratterizzato da una certa ambiguità. La presenza femminile nell’organizzazione si basa sia su un’esclusione formale che in una partecipazione sostanziale alla vita dell’organizzazione. Benché abbia sempre assunto la forma di organizzazione maschile, il maschilismo mafioso deriva da quello presente nel contesto sociale di riferimento.

Le donne all’interno delle organizzazioni mafiose hanno da sempre esercitato compiti tradizionali nella sfera del privato. Questi compiti riguardano l’educazione dei figli e delle figlie alla cultura mafiosa, l’incitamento alla vendetta, la garanzia della reputazione maschile e i matrimoni combinati. Oltre a questi compiti tradizionali le donne svolgono negli ultimi anni anche dei ruoli importanti nell’ambito criminale, che si concretizzano sempre prevalentemente in funzioni di supporto e di sostituzione agli uomini.

Il settore in cui si riscontra il maggior numero di donne è il settore economico finanziario. Quest’ambito risulta particolarmente adatto alle donne perché non richiede l’utilizzo della violenza fisica. Le donne vengono utilizzate come la faccia pulita dell’organizzazione, servono come presta nome ma amministrano anche società ed investono denaro.

In relazione al fenomeno del pentitismo la donna ha assunto un ruolo fondamentale e, nella volontà di collaborare , ha spesso attuato un modello vendicativo. Quando non è la vendetta a spronare le donne alla collaborazione si parla invece di un modello emancipativo.

Molte anche le vittime femminili all’interno dell’organizzazione di Mafia in quanto, anche se oggi sempre più spesso ci sono figure femminili al vertice dei clan, si tratta pur sempre di supplenti degli uomini detenuti. Perché le cosche sono “maschie” e disprezzano le donne, rivendicando regole ataviche che non ammettono l’emancipazione o “il tradimento”.