Il Liberty protagonista ad Asti delle Giornate FAI d’Autunno

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno animate e promosse dal Gruppo FAI Giovani di Asti, sarà possibile partecipare ad itinerari tematici e aperture speciali che permetteranno di scoprire luoghi insoliti e straordinari.

Da due anni il filo conduttore delle aperture è il Liberty e anche questo autunno sarà il protagonista con un inedito percorso tra alcune delle sculture e monumenti funebri più significativi del Cimitero di Asti (viale Don Alfredo Bianco 34, Asti) e con una visita eccezionale al Palazzo Gastaldi (piazza Roma 10, Asti).

Nati otto anni fa, i gruppi di giovani volontari del FAI sono diffusi in tutta Italia: le Giornate FAI d’Autunno sono la loro festa, l’occasione per mettere in pratica il loro generoso contributo a favore della missione del FAI con originalità e grande energia.
L’evento nazionale toccherà 260 città, coinvolte a sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI – Fondo Ambiente Italiano “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva a ottobre.
Alla scoperta di 700 luoghi in tutta Italia, selezionati perché speciali, curiosi, originali o bellissimi. Saranno tantissimi i giovani del FAI ad accompagnare gli italiani lungo i percorsi tematici espressamente ideati per l’occasione, con l’obiettivo di trasferire il loro entusiasmo ai visitatori, nella scoperta di luoghi inediti e straordinari che caratterizzano il nostro panorama.

Ogni visita prevede un contributo facoltativo, preferibilmente da 3 euro, a sostegno dei Beni FAI. Per gli iscritti FAI e per chi si iscriverà per la prima volta – a questi ultimi sarà dedicata la quota agevolata di 29 euro anziché 39 – saranno riservate aperture straordinarie, accessi prioritari, attività ed eventi speciali in molte città. La quota agevolata varrà anche per chi si iscriverà per la prima volta tramite il sito www.fondoambiente.it dal 1° al 20 ottobre.

L’appuntamento ad Asti è per domenica prossima 13 ottobre, dalle 10 alle 18 (orario continuato). Per informazioni sull’edizione locale asti@faigiovani.fondoambiente.it

PALAZZO GASTALDI

Palazzo Gastaldi è conosciuto anche come “Casa dell’Asti”. Viene realizzato su progetto di Carlo Bensi del 1898, commissionato da Luigi Gastaldi, esponente di spicco della borghesia industriale astigiana e banchiere. Si affaccia su Piazza Roma, anticamente del Teatro Vecchio, ridisegnata proprio in occasione del cinquantenario dello Statuto, da un intervento urbanistico sull’assetto medievale, come ricorda anche il neogotico Palazzo Medici, lì accanto.
Eccellente esempio di Liberty, declinato nelle decorazioni a conchiglie, acanto e melograno, con accenni di forme eclettiche che riprendono il Rococò, viene ornato anche ad opera di Giuseppe Rizzola, pittore canellese di fama, impegnato a lungo al Quirinale. L’atrio d’ingresso è sovrastato da stucchi a conchiglioni e motivi fitomorfi, con l’inconfondibile lastricato a tozzetti di legno pieno, così come il drago e le giraglie vegetali che decorano la ringhiera della scala che porta ai piani superiori. Ma la vera sorpresa è il piano nobile che da sontuosa residenza privata oggi ospita il Consorzio per la Tutela dell’Asti D.O.C.G.

palazzo gastaldi

CIMITERO

Il Liberty, la cui stagione si circoscrive fra il 1885 e il 1906, è uno degli stili che più contraddistingue la statuaria cimiteriale, nel momento in cui essa conosce un enorme sviluppo con l’ascesa di una più ampia borghesia imprenditoriale.
Sinuosità, contrapposta ad eleganza lineare e decorativa sono gli elementi tipici di questo stile che nell’arte funeraria contribuisce a enfatizzare i temi della malinconia, del distacco, dello strazio e del dolore con immagini spesso molto drammatizzate.
Luogo rappresentativo del tessuto sociale, il cimitero, quindi non può che riflettere il gusto di quella borghesia di fine ‘800 e primi ‘900 che trova anche nell’arte celebrativa ulteriore elemento per affermare ed aumentare il proprio prestigio e per decretare imperitura memoria di sé.
Si ingaggiano allora scultori come Contratti, Giribaldi, Bistolfi che lasciano al cimitero di Asti importanti testimonianze, come un museo della scultura a cielo aperto, mentre edicole e cappelle di famiglia ne fanno un piccolo compendio per la storia dell’architettura.