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Comunicare la Bellezza: il fascinoso eremo medievale di Madonna della Neve a Castell’Alfero

Immersa nella natura incontaminata delle campagne del Monferrato, lontana da qualunque centro abitato, la Chiesa della Madonna della Neve di Castell’Alfero si presenta ai visitatori avvolta da tutto il fascino e il mistero degli eremi medievali.

Nascosta in un fitto bosco di latifoglie sulla cima di una collina, l’edificio dista oltre 2 chilometri da Castell’Alfero. La costruzione non è visibile dai piedi del colle, ma è possibile giungervi percorrendo una stradina che conduce fino alla sommità del poggio. La chiesa compare improvvisamente, immersa nei suggestivi giochi di luce delle foglie degli alberi.

Il titolo Madonna della Neve, molto popolare nel medioevo e al quale, nel corso dei secoli, furono dedicati diversi luoghi del culto, viene fatto risalire a un celebre miracolo avvenuto nel IV secolo. Secondo la legenda, un patrizio di nome Giovanni e sua moglie, non avendo avuto figli, avrebbero deciso di donare i propri beni per far costruire una chiesa. La notte del 4 agosto Maria sarebbe apparsa in sogno ai due nobili indicandogli il luogo di costruzione dell’edificio. La mattina del giorno seguente i due, accompagnati dal papa, si sarebbero recati presso il luogo prescelto trovandolo, in piena estate, completamente ricoperto di neve.

L’edificio, a pianta rettangolare, presenta una semplice facciata intonacata e, accanto all’abside, un campanile cilindrico, molto raro nelle chiese romaniche. L’interno, coperto da una volta a botte, è decorato in corrispondenza del catino da un elegante affresco raffigurante nella mandorla il Cristo, circondato dai quattro evangelisti e da scene della Passione. Una finestra del lato nord è stata murata esternamente e riconvertita in nicchia per una statua.

La prima testimonianza dell’esistenza della chiesa risale a un documento emesso da papa Adriano IV nel 1156, che attestava l’esistenza di tre feudi, ognuno di pertinenza di una chiesa, tra le quali figurava quella di Santa Maria. Nel 1494 l’edificio, inizialmente di proprietà dei canonici, viene adibita a residenza di un eremita, per poi tornare a essere possedimento del Capitolo tra il 1583 e il 1749. Le cattive condizioni della struttura costringeranno ad effettuare vari interventi di restauro che, iniziati nel 1744, si concluderanno solo nel 1836.

Ogni anno, ad agosto, in occasione della Festa ricorrente, la popolazione si ritrova nella Chiesa per celebrare le funzioni religiose, seguite dall’incanto delle torte.

G.V.


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Si ringrazia per il supporto di “Comunicare la Bellezza II”

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