Coldiretti Piemonte: “L’export made in Piemonte non deve pagare il contro della Brexit”

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A pagare il conto della Brexit non deve essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici all’immigrazione alla sicurezza.

E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare positivamente l’accordo raggiunto sull’uscita ordinata della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Un risultato che evita il rischio dell’applicazione immediata delle regole WTO in caso di “hard Brexit” e quindi dell’arrivo di dazi e ostacoli amministrativi e doganali alle esportazioni Made in Italy che nell’agroalimentare nel 2018 hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro e classificano la Gran Bretagna al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese nell’agroalimentare.

“La Brexit preoccupa anche per l’export del Made in Piemonte – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – anche perché tra i prodotti maggiormente apprezzati in Gran Bretagna ci sono il vino, i mirtilli ed i formaggi. In particolare, il vino piemontese viene assorbito dai britannici per il 20% della produzione e le nostre bollicine vanno per la maggiore. Tra i formaggi a farne le spese potrebbe essere, soprattutto, il Gorgonzola, tipico della nostra regione che, nell’ultimo anno, ne ha prodotto 40 mila tonnellate, circa il 50% della produzione nazionale. L’accordo raggiunto, quindi, è un passo importante per la tutela delle nostre produzioni ed, in generale, dell’agricoltura italiana, che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici all’immigrazione fino alla sicurezza. Nel prossimo quadro finanziario dell’Ue bisogna, però, evitare di indebolire proprio l’agricoltura, che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione, poiché ciò significherebbe minare le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro”.

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