Coldiretti Piemonte: la Regione attivi lo stato di crisi per le nocciole

Clima anomalo: fino al -50% la produzione piemontese di quest'anno

Gli sconvolgimenti climatici si sono fatti sentire sulle nocciole piemontesi che hanno patito, soprattutto, i repentini abbassamenti di temperatura e le frequenti precipitazioni primaverili.

A queste criticità si aggiunge, ormai da diversi anni, la presenza della cimice asiatica. A pagarne le spese la produzione, in calo del 40-50% rispetto allo scorso anno.

“A fronte di una produzione in calo, non viene in alcun modo toccata la qualità delle nocciole piemontesi che, anche quest’anno, si confermano eccellenti e di cui possiamo garantire, appunto, l’origine. Cosa che non è possibile fare, invece, con quelle importate dalla Turchia che sta invadendo l’Unione Europea con svariarti prodotti che non vengono controllati adeguatamente mettendo a rischio la salute dei consumatori – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. La corilicoltura in Piemonte è in forte espansione, raggiungendo una superficie di 24 mila ettari e coinvolgendo di più di 8.100 aziende. Purtroppo tutte le zone vocate alla coltivazione di nocciole sono state colpite dagli effetti del meteo, anche se con entità diverse. E’ fondamentale, quindi, dare supporto alle aziende per affrontare questo momento di crisi che sta vivendo il comparto. Per questo chiediamo alla Regione di intervenire, nel più breve tempo possibile, riconoscendo lo stato di crisi ed attivando tutte le misure necessarie a sostegno delle imprese che, grazie al loro costante lavoro, presidiano e custodiscono territori altrimenti lasciati all’abbandono e danno vita a produzioni di eccellenza, simbolo del Made in Piemonte anche oltre i confini nazionali”.