Cantina Clavesana, finita la vendemmia: “Meno quantità ma qualità altissima”

Era stato annunciato, ora è certezza: la vendemmia 2019 della Cantina di Clavesana ha sfiorato i 25 mila quintali di uva. È terminata la raccolta della produzione dei 200 soci nei 320 ettari di filari. Per la cooperativa, guidata dal presidente Giovanni Bracco, si tratta della 60ª vendemmia. La prima avvenne nel settembre 1959.

“Un’estate di sole ha risolto una primavera piovosa e fredda – dice Damiano Sicca, enologo e direttore della Cantina – per fortuna, abbiamo finito di raccogliere prima della grande pioggia. Quest’anno c’è una qualità altissima delle uve, ma meno quantità: abbiamo avuto una minore resa delle uve, ma le gradazioni zuccherine ci sono così come il quadro acido. Sono molto soddisfatto”.

Da qualche anno, accanto alla coltivazione del Dolcetto, i soci della cooperativa stanno portando avanti la sfida di nuove varietà: “Quest’anno – conferma Sicca – aumenteremo la produzione di Pinot nero, passando da 3 mila a 10 mila bottiglie. Nella primavera 2022, arriveremo a 30 mila bottiglie per l’Alta Langa”. Intanto, oggi, l’Alta Langa della cooperativa debutta a Milano alla Prima organizzata dal Consorzio di tutela.

Ma la novità più grande di questa vendemmia è la produzione di un Dogliani docg biologico: “Un traguardo importante – spiega l’enologo – I soci più giovani ci credono. Ne produrremo circa 5 mila bottiglie”.

Con la costituzione di una consulta giovani si è dato il via a una serie di incontri nei quali i soci (in particolare il sempre più numeroso gruppo degli under 40) trovano occasione per confrontarsi tra di loro e con l’agronomo Andrea Abbona confrontandosi su dubbi o curiosità in merito a particolari tecniche e lavorazioni del vigneto e innalzando sempre di più il livello qualitativo del loro lavoro e della resa delle uve.

La cantina produce all’anno un milione e 800 mila bottiglie. Il fatturato della cooperativa ha sfiorato i 6 milioni di euro a fine 2018.