Ritorna nell’Astigiano “Soldato mulo va alla Guerra” del Teatro degli Acerbi

Torna nell’Astigiano dopo lunga tournée di quaranta date in modo particolare nel nord Italia per festival e rassegne (ma con tappa anche a Napoli) lo spettacolo del Teatro degli Acerbi “Soldato mulo va alla Guerra”.
In scena Massimo Barbero, testo e regia di Patrizia Camatel. Tra le fonti una ricerca storica su una famiglia astigiana, testi di Lucio Fabi e dall’ISRAT.

Lo spettacolo sarà in scena mercoledì 4 settembre alle 21 a San Martino Alfieri nella piazza Cavalier Sebastiano Ruella (in caso di maltempo Confraternita dei Battuti). Appuntamento promosso dal Comune, dal Gruppo Biblioteca e dall’Associazione Culturale “Per San Martino”.

Durante la Prima Guerra Mondiale accanto agli uomini ha combattuto un esercito di animali. Muli, asini, buoi, cani, cavalli, piccioni vennero utilizzati per le azioni belliche, per lo spostamento di reparti e materiali, per le comunicazioni e il sostentamento delle truppe. E le testimonianze degli uomini al fronte ci parlano anche di convivenze altrettanto strette, con gli animali, ma non altrettanto desiderabili: i topi che invadevano le trincee, pulci e pidocchi che infestavano le vesti e i giacigli. La forzata coesistenza di animali di ogni genere con gli uomini avvicinò gli uni agli altri in una tragica fratellanza di fronte alla morte e alla sofferenza.

Giuseppe Zabert, classe 1897, figlio di mezzadri, parte da Valfenera – come altri dieci tra fratelli e cugini – per andare a servire la Patria al fronte. La cartolina di precetto lo raggiunge in seminario, ma nemmeno la vocazione al sacerdozio risparmia al giovane di obbedire alla chiamata alle armi: dovrà confrontarsi anche lui con la disciplina militare, con condizioni di vita estreme, con il costante pensiero di morire o di dover uccidere. Assegnato ad un reparto di artiglieria alpina, ha per compagna la mula Margherita, alter ego animale che stimola domande sull’obbedienza e sul coraggio, sulla capacità di sacrificio, sull’insensatezza delle guerre. Dov’è quel Dio, padre e onnipotente, che Giuseppe voleva servire per tutta la vita? Come continuare ad intravederlo in mezzo al continuo scempio di vite, al massacro delle creature, umane ed animali? E se l’uomo e l’umile mulo condividono la morte sui campi di battaglia, condivideranno pure la salvezza? Una riflessione che parte da un contesto storico preciso per approdare ad una prospettiva esistenziale e spirituale.

Ingresso gratuito.

L’appuntamento è realizzato nell’ambito di “Teatro in Terra Astesana 2019”, sostenuto dalla Fondazione CRT.