L’Aventino dei Comuni della corsa astigiana: “il Sindaco vuole cancellare il Consiglio del Palio”

“Dobbiamo constatare che abbiamo centrato l’obiettivo di attirare l’attenzione su di noi e di portare allo scoperto il vero intento del Sindaco: cancellare il Consiglio del Palio, un’azione anti democratica finalizzata a garantirsi la completa libertà di modifica della Festa ed arrivare, probabilmente, all’eliminazione dei comuni dal Palio”.

E’ un attacco durissimo quello che arriva dai sette rettori dei Comuni (Moncalvo, Castell’Alfero, Baldichieri, Nizza, Canelli, Montechiaro e San Damiano) nei confronti del Sindaco Rasero attraverso una presa di posizione attuata alla luce dell’esito dell’ultimo Consiglio del Palio, andato in scena martedì scorso e risoltosi dopo una decina di minuti senza alcun intervento di rilievo sulla querelle legata alla partecipazione dei Comuni al Palio.

“Abbiamo deciso di mantenere il silenzio per evitare attacchi e strumentalizzazioni cui non intendiamo più prestare il fianco, anche per preservare decenni di amicizie e collaborazioni con tutti quelli che, insieme a noi, condividono amore e passione sinceri per questa bellissima manifestazione – spiegano – purtroppo siamo costretti a vivere da un anno a questa parte una posizione che potremmo definire di discriminazione territoriale.

Abbiamo visto messa in discussione la nostra presenza alla Festa da parte del Sindaco di Asti, Maurizio Rasero.

Nonostante ciò, ci siamo sempre comportati con lealtà e onore nei confronti del Palio, che non esitiamo a definire anche nostro. Abbiamo accettato a malincuore un format che non ci piaceva e che aveva il chiaro intento di separarci e “ghettizzarci”, privandoci della pari dignità rispetto a rioni e borghi”.

I rettori spiegano anche i passi fatti in questi giorni per cercare di conciliare una situazione sempre più tesa: “Dopo “il nostro Palio”, abbiamo manifestato dissenso con educazione e rispetto, nei modi e nei tempi previsti dal Sindaco, anch’essi imposti in nome della buona riuscita della manifestazione. Siamo così giunti ad un nuovo incontro con Rasero, convocato due ore prima del Consiglio del Palio e nuovamente in forma separata rispetto a borghi e rioni, quasi a voler ribadire e sottolineare quel solco che ci dividerebbe dai comitati cittadini; durante questo incontro abbiamo ribadito la nostra posizione: passata l’edizione straordinaria, chiediamo che il Palio torni alla sua tradizione e che ricomprenda anche i comuni, rimettendoli sullo stesso piano di borghi e rioni. Dobbiamo inoltre far notare che, in quanto straordinario, il format utilizzato nel 2019 dal 02 Settembre scorso non esiste più; al momento il Palio è tornato alla sua condizione originale, 21 partecipanti suddivisi in 3 batterie; per questo motivo, a nostro parere dovrebbe essere il Sindaco stesso a presentarci le sue idee, ma, sempre nello spirito di collaborazione da noi ricercata, durante l’incontro di martedì abbiamo avanzato alcune proposte e suggerimenti concreti finalizzati a garantire i punti fermi richiesti dal Sindaco medesimo (eliminazione dei tempi morti e rispetto assoluto della diretta Rai e del benessere animale) su cui però il primo cittadino non ha manifestato considerazione. Abbiamo ascoltato il Sindaco Rasero dire che avrebbe cancellato il Consiglio del Palio, unico organo deputato a regolamentare la Festa, e portato queste modifiche in Giunta o Consiglio Comunale.Il dialogo diventa sterile quando non è accompagnato dalla reciproca volontà di empatia e comprensione tra gli interlocutori. Siamo arrivati al punto di chiedere apertamente se la reale volontà dell’Amministrazione della città di Asti fosse quella di escluderci definitivamente dal Palio, ma anche in questo caso nessuna risposta è arrivata. Il sindaco Rasero ha affermato: “Il palio a 21 muore in 10 anni”. È stata chiesta spiegazione di tale pensiero, ma Rasero ci ha risposto con un “Perché sì”, senza ulteriormente motivare la sua convinzione”.

Una situazione, a detta dei Comuni, che non permette altro che un ritiro sull’Aventino, con un’amara conclusione: “Modificare le regole statutarie prevede una maggioranza che non crediamo Rasero possa coagulare facilmente: ecco allora risolvere l’empasse abolendo il supremo organo del Palio”.