Lettere al direttore

I Giovani Astigiani sulle novità del Palio: “Cambiare non significa migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”

Riceviamo e pubblichiamo le osservazioni dei Giovani Astigiani sulle polemiche emerse a seguito del Palio di Asti.

Abbiamo letto le dichiarazioni (sui social e sui giornali) di alcuni consiglieri dell’opposizione che in queste ore non si sono lasciati sfuggire l’occasione, per carità ghiotta lo capiamo, per rappresentare le proprie doglianze al Sindaco rispetto alle novità del settembre astigiano.
Proprio così, si stenta davvero a crederlo! C’è chi ha avuto il “coraggio” di alzarsi dal proprio sofà, lo stesso dal quale ha assistito comodamente alla corsa del palio, magari accarezzato da quel venticello fresco del climatizzatore, per palesarsi dopo anni di latitanza dal settembre astigiano per dire la propria.
A seguito delle suddette dichiarazioni, noi Giovani Astigiani proponiamo talune riflessioni che possano essere in qualche modo feconde di spunti nelle sedi opportune:

1) Lo spostamento della data del palio e l’idea di un’intera settimana a tema. La logica, probabilmente, è un po’ questa: “l’attesa del piacere è essa stessa il piacere”. L’anticipazione alla prima domenica di settembre apre infatti “le danze” a tutto il settembre astigiano. Il risultato è sinora palese anche agli occhi di chi non vuol vedere: cene propiziatrici numericamente in crescita, con comitati palio che hanno registrato il tutto esaurito, piazze stracolme di giovani, musica e colori, file “indiane” di turisti con la bandierina, e tra poco toccherà alla Douja d’Or, ospitata nel cuore della città di cui si pregusta già il successo. Insomma, in poche parole, una scelta politica vincente, volta ad evitare la desertificazione del centro cittadino, a trasformare la città in festa e, soprattutto, a renderla più ricca, incrementando cospicuamente la mole di lavoro per gli imprenditori del centro Città.

2) Il caldo. L’anno scorso era andata meglio, con temperature decisamente sopportabili, ed era comunque la prima domenica di settembre, in passato invece, nella terza, quante volte è capitato di vivere un clima torrido d’agosto; il tempo si sa, è imprevedibile. Anche se, in verità esisterebbero dei modi per evitarlo: danze tribali della pioggia, analisi del volo degli uccelli, studio delle tazzine del caffè. Metodi rispettabilissimi per quanto un tantino arcaici probabilmente. L’unica possibilità è augurarsi proprio che San Secondo ci assista offrendoci in futuro un clima gradevole.

3) I Comuni della Provincia di Asti e il palio. Nella maggior parte dei casi, quando s’intende avviare un’impresa commerciale, e costituire una società, ciascun socio effettua un conferimento e in cambio riceve una quota di partecipazione. Quando un socio, facendo la parte del leone, partecipa solo agli utili ma non alle perdite (e quindi non rischia nulla) realizza una condotta contraria alla legge ( il c.d. Patto Leonino ). La stessa logica, a nostro modesto avviso, dovrebbe riguardare l’organizzazione del palio: i Comuni della Provincia dovrebbero dare il proprio contributo per le (ingenti) spese; costi che il Comune di Asti, ben inteso sopporta volentieri per dare annualmente linfa vitale all’economia della città. Insomma, ben lieti di aprire il dialogo a condizione che i Comuni collaborino, specie in questa contingenza storica economicamente sfavorevole.

4) Il concetto di Tradizione. Solo se saremo in grado di evolverci e di coniugare la nostra tradizione con la fortissima accelerazione impressa dai nostri tempi saremo capaci di resistere e magari migliorare. Chi invoca la tradizione dovrebbe sapere, e si spera capire, che per tradizione deve intendersi un concetto flessibile, potremmo dire liquido e non granitico, aperto al mutamento. Del resto, se oggi si riesce ancora fortunatamente a parlare di tradizione del Palio di Asti e a salvaguardarla, è proprio perché nel corso degli anni, che piaccia o no, tanti mutamenti sono già stati realizzati. È cambiata la corsa, la cornice (da Piazza del Palio a Piazza Alfieri), taluni comitati si sono scissi, altri sono nati,etc…

Citando Winston Churchill: cambiare non sempre equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna inevitabilmente cambiare.

I Giovani Astigiani