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Comunicare la Bellezza: intrighi e misteri tra i resti del Castello di Marmorito

Austeri, i resti del Castello di Marmorito, nei pressi dell’omonimo borgo, da secoli dominano le vallate circostanti dall’alto delle loro colline, avvolti da tutto il fascino e il mistero dei tempi che furono.

Andato completamente distrutto nel corso dei secoli, del maniero oggi non rimangono che le antiche mura sovrastanti il paese nei pressi della Chiesa dell’Immacolata.

La storia del castello e delle strutture circostanti si lega a quella della famiglia Radicati, che per anni controllò i territori di Passerano e Marmorito. Di origine antichissima, la potente stirpe Radicati identifica il suo capostipite nella figura di Manfredo XII di Brozolo, il quale ricevette dall’allora Re d’Italia Arduino d’Ivrea i territori dell’abbazia di Vezzolano, assumendo il titolo di Conte di Cocconato. Tra i possedimenti era annoverato Radicata, dal quale i conti assunsero il cognome “Radicati” nel 1178. Nel 1186 l’Imperatore Enrico VI assegnò alla famiglia i territori di Schierano, Primeglio, Capriglio e Marmorito.

I Radicati mantennero il controllo dei territori a tempi alterni combattendo contro il Marchesato del Monferrato e il Ducato di Savoia, al quale tuttavia si sottomisero nel 1586, facendo costruire e fortificare numerosi manieri che assicurassero la difesa dei possedimenti a lungo contesi. Tra questi figurava il castello di Marmorito, la cui edificazione viene fatta risalire al X secolo.

Teatro di un curioso avvenimento, la leggenda vuole che, nel XIII secolo, un nobile Radicati, innamoratosi di una giovane Vercellese, abbia fatto rapire la ragazza portandola nella fortezza, scatenando così le ire dell’Arcivescovo di Vercelli. Quest’ultimo avrebbe inseguito il giovane nobile, che nel frattempo sarebbe riuscito a conquistare l’amore della ragazza, fino al castello. Al suo arrivo, tuttavia, il religioso avrebbe dato il palazzo alle fiamme, trovandolo completamente vuoto. Il Radicati, insieme alla sua amante e a tutto il personale della struttura, avrebbe miracolosamente scoperto un passaggio segreto che lo avrebbe condotto sano e salvo fino a Passerano.

L’edificio fu completamente distrutto dall’esercito spagnolo all’inizio del 1600, nel corso della Guerra di Successione di Mantova e del Monferrato.

Studi recenti avrebbero identificato nella Chiesa Parrocchiale di Aramengo la presenza di laterizi provenienti proprio dal Castello di Marmorito.

I resti delle mura, oggi completamente avvolti dalla vegetazione, sono aperti alle visite anche notturne. I più coraggiosi possono sfidare le leggende che vogliono le rovine infestate da un misterioso fantasma, che di notte terrorizza i visitatori facendo sferragliare le sue catene.

G.V.

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Si ringrazia per il supporto di “Comunicare la Bellezza II”

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