Lettere al direttore

A Moncrivello un carico di solidarietà per la Madonna del Trompone

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Il giornalista e saggista cattolico Maurizio Scandurra racconta il grande raduno del 14 e 15 settembre con i mezzi storici della ‘Collezione Carlo Marazzato’.

“Camion carichi di storia. Gravidi di emozioni. Veicoli che portano su di sé il peso, e il coraggio, del cambiamento e la trasformazione di un tempo, difficile ma prodigo, non tanto distante dal nostro.

Mezzi la cui opera preziosa e ruggente hanno permesso all’Italia di risollevarsi dalle tristi ceneri di un conflitto sulla cui fine tutto si sarebbe potuto pensare e sperare, fuorchè il destino dell’araba fenice che ne fiorì.

Autocarri fantastici, allora avveniristici, affascinanti, rombanti, cromati e decorati come vasi e suppellettili preziose con cui abbellire una tavola dai grandi confini: la strada, emblema per eccellenza dell’evoluzione, che inesorabile corre e scorre come una linea retta altresì non priva di curve, a volte anche difficili da superare. Come del resto la vita, di cui è paradigma più che perfetto per lo più condiviso, anche attraverso i secoli, nell’arco della storia delle civiltà.

Oggetti fedelmente riprodotti anche in scala nei formati, le dimensioni e i materiali più svariati indistintamente anche dalle maggiori case modellistiche e di giocattoli, trascorrendo in egual misura dalla nicchia costosa per gli appassionati al ben più ampio e diffuso mondo consumer: che avvicinano i giganti della strada del tempo che fu al momento presente, rendendoli facilmente riconoscibili anche dalle nuove generazioni che non li hanno conosciuti e vissuti direttamente e in prima persona.

Mezzi che ancora, talvolta (anzi, spesso, per fortuna!) sbucano e spuntano fuori qua è là sulle statali e provinciali delle campagne verdeggianti del Belpaese, colpendo l’occhio e al contempo rallentando il traffico (anche se pur meno dei trattori).

Che ancora lavorano con la stessa indefessa forza e slancio, forse soltanto con qualche sbuffo del motore in più, nel continente africano, laddove è ancora assente (per fortuna o purtroppo, a seconda del pensiero di ciascuno) qualsivoglia sigla e/o categoria Euro 0 e via dicendo, ma ben forte e presente l’esigenza primaria di risollevarsi e riscattarsi da una mordente, indegna povertà.
‘Fiat’, ‘Om’, ‘Alfa Romeo’, ‘Volvo’. ‘Isotta Fraschini’, esemplari multimarca dai primi del ‘900 a oggi. ma più semplicemente camion. Di ogni genere, tipologia, modalità d’impiego, a due, tre o quattro assi: tutti insieme per un poker di solidarietà giocato sul tavolo della beneficenza.

La posta in gioco? Un aiuto concreto e sincero al complesso del Santuario della Beata Vergine del Trompone a Moncrivello, in quel lembo di vercellese tutto riso e agricoltura spicciola cosidetta ‘a km 0’ al confine con la provincia di Torino, sorto agli albori del 1600 a seguito dell’apparizione miracolosa della Madonna a una certa Domenica di Millianotto di Cigliano, che le cronache dell’epoca riferiscono come una donna “gobba, balbuziente e che cascava di male caduco” (a indicar così anticamente ciò che la scienza moderna in anni ben più recenti avrebbe ribattezzato come epilessia), completamente riabilitata nella buona salute in seguito a quell’evento prodigioso fuori dall’ordinario. La fede fa miracoli. E il collezionismo autentico, profondo, viscerale, è proprio il caso di dirlo, la segue a ruota.

Oggi, in quel luogo sacro e misterioso che fu la base per l’avvio dell’opera assistenziale e ricettivo-sanitaria dei Silenziosi Operai della Croce del beato casalese Luigi Novarese (a dispetto del cognome sulle orme di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, il Santo della Divina Provvidenza, è sorta una preziosa struttura polifunzionale che assiste e cura al meglio i pazienti affetti da SLA e Alzheimer, e che necessita in primis di essere conosciuta, rispettata, aiutata e sostenuta.

Uomini, donne, bambini sui quali si riversa copioso il carico di amore e solidarietà che gli autocarri d’epoca finemente preservati dalla demolizione, restaurati e riportati ai primigenii splendore e funzionalità dal generoso Carlo Marazzato (solido industriale piemontese leader nel settore della logistica e delle soluzioni avanzate per l’ambiente da più di 60 lunghi anni con l’omonimo ‘Gruppo Marazzato’ – oggi presente anche in larga parte del mondo – da lui fondato, con, nonché il più grande e stimato collezionista di camion storici d’Europa: ne possiede ben oltre 250), che per l’occasione, il prossimo 14 e 15 Settembre sfileranno e poseranno – come nella più degna e sfavillante delle passerelle di moda – proprio davanti all’amato Santuario, in occasione della fortunata kermesse ‘Motori & Sapori al Trompone’, promossa e patrocinata dall’Associazione di Veicoli Storici ‘Quattro Assi Più’ (per informazioni, tel. 0161 320311, associazione4assi@gmail.com) che festeggia quest’anno la sua Settima Edizione.

A disposizione degli appassionati e di quanti vorranno, anche solo con la propria presenza, offrire un contributo dignitoso all’iniziativa benefica, ponendo l’attenzione su una così nobile causa e facendola conoscere anche ad altri.

Un modo simpatico, efficace e pedagogico per venire a contatto con le radici di un’Italia allora capace di costruire e di fare bene: cui bisognerebbe ancor più oggi rifarsi, guardare, a dispetto dei fremiti e delle turbolenze, delle contingenze incerte del momento attuale.

Sentirsi tutti realmente famiglia, nel senso più proprio, collante ed esteso del termine. Perché, a ben vedere, quei camion dal profumo ormai quasi mitologico, così fedeli e ligi al proprio dovere – e altrettanto infaticabili – sono in fondo un po’ nostri nonni anche loro”.
MAURIZIO SCANDURRA

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