Il dottor Maggiorino Barbero in Africa impegnato nella prevenzione e cura del tumore del collo dell’utero

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In Africa il tumore del collo dell’utero è la prima causa di morte, ma oggi prevenzione e cura non sono più un’utopia, grazie anche all’impegno dell’astigiano Maggiorino Barbero: primario di Ostetrica e Ginecologia del Massaia, da oltre 10 anni collabora con i “Patologi oltre frontiera”.

Proprio in questi giorni, Barbero è tornato in Africa, la seconda trasferta di quest’anno: “In alternativa alle “vacanze estive” quest’anno ho deciso di dedicare la settimana dopo Ferragosto all’attività di prevenzione e trattamento del tumore del collo dell’utero al “Mtendere Mission Hospital” di Chirundu, in Zambia – racconta Barbero – Il motivo di questa seconda missione nel giro di pochi mesi è legato al fatto che suor Erminia, il direttore sanitario dell’ospedale missionario, mi ha ripetutamente scritto che ci sono oltre 70 pazienti in attesa del trattamento e che le loro condizioni non consentono un’attesa di altri sei mesi. Un’altra motivazione è legata al fatto che sono terminati i lavori di ristrutturazione del reparto di Pediatria: per questi lavori avevamo raccolto 20 mila euro attraverso la onlus Astrogin (associazione studio e ricerca in Ostetricia e Ginecologia “G. Rizzoglio”) e il Rotary Club di Asti: mi sembrava opportuno verificare personalmente quanto realizzato grazie alla generosità di tanti astigiani”.

IL PROGETTO

La collaborazione di Maggiorino Barbero con i “Patologi oltre frontiera” sul progetto della prevenzione del tumore del collo del collo dell’utero in Zambia è iniziata più di 10 anni fa. L’iniziativa è nata in un piccolo ospedale missionario “Mtendere Mission Hospital” di Chirundu, paese di oltre 3000 abitanti sulle rive dello Zambesi, fiume che separa lo Zambia dallo Zimbawe.

“In Africa la più importante causa di morte per neoplasia nella donna è il cancro del collo dell’utero – spiega Barbero – Tra le molte carenze sanitarie emerge la quasi assenza di anatomo patologi. In Zambia agli inizi degli anni 2000 era operativo un solo patologo che lavorava nella capitale (Lusaka) che dista 150 chilometri da Chirundu; se si mandava una biopsia la risposta poteva arrivare nella migliore delle occasioni dopo sei mesi”. Nel 2006 l’associazione Patologi oltre Frontiera è diventata una ONG riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri e ha veva iniziato a effettuare lo screening del tumore del collo dell’utero mediante il pap test inviando in Italia le immagini attraverso il satellite.

Continua Barbero: “Ovviamente i casi di lesioni neoplastiche e pre-neoplastiche scoperte dal pap test furono subito molte. L’unico intervento disponibile in ospedale era l’asportazione dell’utero, operazione che comportava l’impossibilità di avere altre gravidanze, ma nella cultura locale la donna che non può riprodursi viene emarginata quindi la maggior parte rinunciava all’intervento”.

Per questo motivo il dottor Barbero era stato contattato da uno dei “patologi oltre frontiera” nella speranza di poter attuare anche in Africa le tecnologie che permettono di trattare le lesioni pre-tumorali o inizialmente invasive senza togliere l’utero. “Con molta perplessità feci un sopralluogo nell’ospedale – racconta Barbero – con sorpresa ho constatato la buona organizzazione: l’ospedale, sponsorizzato dalla Diocesi di Milano è gestito da suore con metodo, grande professionalità e discreta disponibilità finanziaria”. Dopo il sopralluogo, attraverso la Società Italiana di Colposcopia, la decisione di donare l’attrezzatura e iniziare gli interventi.

LA POPOLAZIONE DI CHIRUNDU

Chirundu ha 3000 abitanti, una media di 6 figli per famiglia, positività per HIV nel 23% della popolazione, età media del primo rapporto 16 anni. L’ospedale dispone di 150 posti letto con bacino di utenza di 6.000 persone, una popolazione assistita di 80.000 mila, circa 1.000 parti all’anno, un solo chirurgo. I pap test eseguiti nel 2008 sono stati 1.850 e i trattamenti a radiofrequenza sul collo dell’utero circa 100. “Negli anni l’attività è continuata con una media di 1.200 pap test annuali – continua Barbero – e oltre 50 interventi eseguiti dai medici locali con il nostro supporto circa una volta all’anno”.

Nelle sue missioni a Chirundu, il professor Barbero, oltre a trattare i casi presenti più complessi e a eseguire gli interventi di chirurgia maggiore, dedica anche un ampio spazio alla formazione del personale sia medico che infermieristico. E nell’ultimo periodo l’importante contributo per la ristrutturazione del tetto del reparto di Pediatria: 20 mila euro raccolti attraverso la onlus astigiana “Astrogin” G. Rizzoglio e un service del Rotary Club astigiano a cui va tutta la riconoscenza dei piccoli ricoverati presso il “Mtendere Mission Hospital”, che nella lingua locale significa “pace”.

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