Entro il 2022 la Direttiva dell’Unione Europea prevede dieci i giorni di congedo di paternità

La Consigliera informa: è entrata in vigore il primo di agosto la Direttiva dell’Unione Europea che vara una serie di misure a sostegno della genitorialità e della parità di genere con una maggiore attenzione ai tempi di conciliazione vita/lavoro

E’ entrata in vigore il primo di agosto la Direttiva nr.1158 dell’Unione Europea che vara una serie di misure a sostegno della genitorialità e della parità di genere con una maggiore attenzione ai tempi di conciliazione vita/lavoro.

Occorre ricordare che le Direttive comunitarie, considerate fonti del diritto italiano, non sono immediatamente obbligatorie ed esecutive negli Stati membri ma devono essere recepite con una Legge che le rende applicabili nei singoli Stati.

La Direttiva fornisce però una scadenza che, se non rispettata, può generare sanzioni per gli Stati inadempienti. In questo caso l’Unione europea prevede che gli Stati si conformino alla norma comunitaria entro re anni, dunque entro agosto 2022.

Con la speranza che i tempi legislativi italiani siano rapidi in modo che le norme in merito possano garantire una più equa ripartizione degli impegni familiari promuovendo la parità di genere e maggiori possibilità di partecipazione delle donne nel mondo del lavoro.

In sintesi la Direttiva prevede:

– una estensione del congedo di paternità a dieci giorni; sarà la legislazione statale che determinerà la tempistica per accedervi e la relativa retribuzione (l’invito UE è che ci sia equiparazione al congedo per maternità anche in campo salariale);

– pur non modificando la normativa riferita al congedo parentale (da dieci a undici mesi massimi complessivi per entrambi i genitori entro i dodici anni di vita del bambino) la direttiva prevede l’estensione da uno a due mesi quale periodo minimo di congedo parentale, non trasferibile da un genitore all’altro, sancendo così un diritto individuale che gli Stati membri dovranno garantire con opportune misure affinchè lo stesso sia garantito ed usufruibile con un ragionevole termine di preavviso;

I lavoratori avranno anche, conformemente a quanto stabilito dallo Stato di appartenenza, e nei periodi determinati dalle singole norme, il diritto di assentarsi per cause di forza maggiore derivanti da ragioni familiari urgenti e impreviste, come in caso di malattie ed infortuni, che rendano indispensabile ed immediata la loro presenza.

Considerando l’invecchiamento della popolazione che caratterizza la nostra società, con la conseguente sempre maggiore necessità di assistenza a famigliari, la Direttiva prevede anche la possibilità di usufruire di cinque giorni lavorativi all’anno di congedo per i lavoratori che prestino assistenza personale ad un parente che ne necessiti a causa di infermità connessa all’età o grave motivo medico certificato.

Infine l’Unione Europea stabilisce che i singoli Stati adottino le misure necessarie a garantire il diritto per lavoratori con figli di chiedere, ed ottenere, orari di lavoro flessibili.

I datori di lavoro, tenendo conto delle modalità richieste, delle risorse disponibili, della possibilità di poter offrire tali modalità, potranno approvare, rinviare o respingere le richieste ma occorrerà motivare il diniego.

Un ventaglio dunque di opportunità che potrebbero dunque fornire maggiori agevolazioni ai genitori lavoratori e magari anche incentivare nuove nascite.

Sul l sito www.provincia.asti.gov cliccando su Ammistrazione e poi su Consigliera di parità è possibile scaricare il pdf del Vademecum per lavoratori, genitori e datori di lavoro “Una bussola per la parità” redatto con l’Ispettorato territoriale del Lavoro e l’INPS che contiene tutta la normativa aggiornata su congedi parentali, incentivi per i datori di lavoro, norme e sanzioni in materia.

Chiara Cerrato Consigliera di parità della provincia di Asti