Diventa modella oggi: i 6 passi per un successo senza rischi

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Durante i ruggenti anni ’80 la “Venere Nera” (il soprannome della celebre modella Naomi Campbell) conquistava rapidamente il mondo della moda, con la sua bellezza statuaria. Anche gli ingaggi stratosferici non si fecero attendere molto.

Ma quella era tutta un’altra storia ed un’altra epoca, durante la quale molte giovani immaginavano se stesse nel luccicante mondo del fashion, ma forse erano più consce della barriera all’entrata di quel mondo.

Oggigiorno l’interconnessione globale, l’osannato quanto vituperato mondo del Web ha facilitato di molto la possibilità di essere visibile, (sovra)esposta, in grado di influenzare i propri follower con un semplice smartphone e qualche colpo di phon casalingo per essere pronti al selfie.

Internet facilita molto il reperimento di informazioni su quali casting siano aperti e quali siano i requisiti di partecipazione, ma la voce corre veloce anche fra le aspiranti top model del futuro felice di ricorrere al passaparola in caso di episodi incresciosi.

Le nostre bellissime compaesane in lizza per la finale di Miss Italia si trovano a fare i conti con una rigorosa e professionale organizzazione del concorso di bellezza per eccellenza, ma non sempre  è tutto oro quel che luccica. Per questo raccogliamo qui i principali consigli per stare alla larga dai furbetti.

Una delle cose più semplici è iscriversi ad un casting, ormai quasi tutti quelli seri ed importanti  sono attrezzati per ricevere le domande di partecipazione completamente on-line. L’alternativa è presentarsi di persona nella sede dell’agenzia previo appuntamento, anche se non è indispensabile  per quelle più famose e strutturate che sono provviste di “walk-in”.

Evitate di proporvi in maniera seriale come se le agenzie fossero tutte uguali ed alla ricerca dello stesso prototipo di persona, ma piuttosto guardate attentamente i loro siti e profili  social per capire in che direzione si muove ciascuna di esse.

Una volta che si viene ricevute dall’agenzia di modelle si parla con un “booker”, ossia la persona che si occupa della selezione. Bisogna sempre confidare anche nella buona sorte, perché la valutazione dipenderà dalla capacità del booker di non limitarsi troppo alla sola apparenza estetica di quel momento.

Agli inizi sono moltissime le ragazze che hanno buone doti fisiche, però necessitano di un percorso di addestramento per affinare tutto ciò che può fare la differenza: portamento, cortesia, educazione e buone doti relazionali.

È fondamentale sapere che in questa fase preliminare le agenzie serie non chiedono denaro, né come quota di iscrizione né per il portfolio. Su questo aspetto ancora oggi speculano in molti, offrendo la realizzazione di un proprio book fotografico professionale a pagamento con il pretesto di imminenti chiamate al lavoro.

Sono cambiati anche i riferimenti corporei e gli ambiti di lavoro, soprattutto con il massiccio aumento del business legato ad Internet.

Le modelle da sfilata seguono sostanzialmente gli stessi canoni, però al tempo stesso c’è un enorme mercato per ragazze molto più basse e meno filiformi richieste da social network e siti di e-commerce. Non di rado le aziende attribuiscono più peso alla fama come web  influencer che alla taglia o all’età, per il solo fatto di potersi rivolgere ad un’audience da fidelizzata.

Una modella professionista e professionale deve essere sempre curata, seguire uno stile di vita sano ed avere un buon equilibrio psicofisico. In questa direzione si muove anche il Codice Etico elaborato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana del 2014, che si preoccupa di specificare chiaramente che tutti i soggetti ad essa collegati (quindi sia i membri della propria struttura organizzativa che gli aderenti al circuito, come le Maison che partecipano alle sfilate e le relative agenzie di modelle) devono astenersi dall’uso ed abuso di alcolici, droghe o altre pratiche pericolose per la salute. In più devono sempre mantenere un corretto comportamento, rispettoso della dignità dell’individuo.

Merita di essere menzionato anche il Manifesto di Autoregolamentazione della moda italiana, firmato a Roma nel 2006, che richiama anche i parametri scientifici riguardanti la massa corporea riconosciuti dalla OMS per contrastare il più possibile il messaggio che “solo la magrezza assoluta è il bello”.

Foto: Ludmila_Ph / Pixabay

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