Coldiretti Piemonte, Voucher: meno burocrazia e più lavoro

Una semplificazione dell'attuale normativa potrebbe consentire nuovi posti di lavoro alle oltre 5 mila aziende vitivinicole che partiranno con la vendemmia

Una semplificazione dell’attuale normativa sui voucher potrebbe consentire di recuperare con trasparenza circa 50mila posti di lavoro occasionali nelle attività stagionali in campagna.

E’ questa una delle richieste di Coldiretti in occasione del tavolo sul lavoro convocato dal premier Giuseppe Conte alla vigilia dell’avvio della vendemmia dove i buoni lavoro sono stati introdotti per la prima volta in Italia. I beneficiari possono essere soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente. Meno del 2% del totale dei voucher è stato in passato impiegato in passato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso.

“Ora è importante assicurare al settore uno strumento che semplifichi la burocrazia per l’impresa, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva e disponibilità all’impiego e dall’altra sia in grado di garantire forme di integrazione del reddito alle categorie più deboli – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -.

In Piemonte, oltre 5 mila aziende vitivinicole potrebbero beneficiarne generando circa 13 mila posti di lavoro durante la raccolta dell’uva che inizierà con la fine del mese all’incirca. Inoltre – concludono Moncalvo e Rivarossa – è fondamentale ridurre i costi per le imprese per colmare il divario con il resto della UE attraverso il taglio del cuneo fiscale.

Abbassando il costo del lavoro si potrebbe destinare il risparmio ottenuto ai lavoratori che avrebbero così più risorse da spendere e verrebbe, oltretutto, recuperato quello svantaggio competitivo con Francia e Spagna dove il costo del lavoro è più basso e la burocrazia più snella rispetto all’Italia”.