Storie d’Africa e di solidarietà al Diavolo Rosso di Asti

Nelle strade polverose di Nairobi, capitale del Kenya, convivono ricchezze smisurate e povertà immense. Le prime sono concentrate nella city, dove risiedono circa 300 mila persone; la seconda inghiotte le baraccopoli, dove vivono più di due milioni e mezzo di persone, che ogni giorno lottano contro fame, sete, malattie.

Sarà un momento di conoscenza e riflessione quello proposto dalla cena solidale (già tutto esaurito) al Diavolo Rosso di Asti (piazza San Martino 4), organizzata dalla dottoressa Daniela Timon imsieme a Claudia Lentini e in programma questa sera, mercoledì 24 luglio, alle  20,30.

Al centro della serata storie di Africa e solidaretà, raccontate dal dottor Gianfranco Morino e da don Felice Molino che hanno lavorato a lungo nelle baraccopoli di Nairobi.

Gianfranco Morino è un “medico dei poveri”. Originiario d Acqui Terme, ha scelto il Kenya per la sua professione, fin da neolaureato. Ora dirige a Nairobi il Neema Hospital. “Nella capitale africana se non hai la carta di credito, rischi di morire sul marciapiede – spiega Morino – Mentre la maggioranza della popolazione non ha mai visto un medico. Nelle baracche, polmoniti, gastroenteriti, Aids, tubercolosi sono letali. Il paradosso è che chi è povero è anche più malato, ma ha meno diritto ai servizi”.

In corsia vengono curati soprattutto donne e bambini: “Il tentativo è quello di avere un approccio globale, che include educazione, prevenzione, attività clinica, diagnostica, chirurgica, e formazione” sottolinea il medico.

Non a caso, il suo chiodo fisso è la responsabilizzazione degli operatori locali, anche per evitare la fuga di cervelli, soprattutto medici, che lasciano queste terre per l’Europa o l’America. Per chi non riesce a raggiungere l’ospedale, c’è il progetto Medical camp: medici e infermieri del Neema vanno tra le baracche, fanno visite, distribuiscono farmaci, effettuano medicazioni. Altri interventi riguardano educazione sanitaria, maternità sicura, lotta alla disabilità.

Lo spirito con cui opera Morino è, quindi, garantire il diritto alla salute attraverso la medicina, ma non solo: dal 2001 ha fondato la Ong e onlus World Friends, Amici del mondo. Ora la sua Ong chiede sostegno, con l’sms solidale 45599, per garantire il funzionamento del nuovo reparto pediatrico dell’ospedale.

Di tutto questo parlerà Morino questa sera. Insieme a lui ci sarà don Felice Molino, salesiano di Don Bosco, ordinato sacerdote nel  1977.

Da subito destinato dai suoi superiori alle missioni africane in Kenya: nel 1981 fu mandato a Siakago. Da lì si spostò a Embu e nel 1987 fu la volta di Makuyu, dove rimase per 21 anni come parroco. Lì nacque una grande opera: la parrocchia, la casa salesiana, il dispensario, la casa delle suore, l’orfanotrofio, la scuola professionale con molteplici attività, ma anche la tipografia. Nel 2008 fu chiamato come direttore del centro di formazione per giovani studenti a Utume (Nairobi), dove si preparano a diventare salesiani giovani di diverse nazioni e di diverse culture. Ed infine, nel 2011, gli fu affidato l’incarico di responsabile dell’attività missionaria presso la Don Bosco Missions di Nairobi.

“Qui lavoro tuttora, il mio è un compito delicato perché devo trovare gli aiuti e le risorse necessari per aiutare le tante case salesiane del Kenya e della Tanzania che vivono attualmente un momento di difficoltà – spiega don Molino – Sono un salesiano del fare, la mia vita è a disposizione del prossimo. Negli anni ho realizzato tante attività per i bambini, per i ragazzi di strada e per il sostegno delle mamme in difficoltà. Loro sono il centro della mia attività, e per loro negli anni ho affinato una strategia di intervento mirata al recupero e all’integrazione nella società”.