Domenico Quirico ad Asti per presentare in anteprima nazionale “Morte di un ragazzo italiano”

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Il 23 aprile 2015 Barack Obama, in qualità di presidente e Commander in Chief degli Stati Uniti d’America, annuncia al mondo intero l’uccisione di Giovanni Lo Porto, il giovane cooperante italiano, per opera di un drone statunitense sul confine tra Afghanistan e Pakistan.

Il giorno dopo il ministro degli esteri italiano illustra le presunte circostanze di quell’assassinio a un’aula del Parlamento completamente vuota. Qualche anno dopo la magistratura italiana dispone l’archiviazione delle
indagini sulle reali cause del decesso di Lo Porto per assenza di collaborazione da parte delle autorità americane.

Cala il silenzio totale, del governo, dei partiti, dell’opinione pubblica sulla morte di un ragazzo italiano. Perché scrivere un libro su un delitto in cui si sa il nome dell’assassino? si chiede Domenico Quirico in apertura di queste pagine. A quale scopo, visto che il reo confesso è il primo presidente nero degli Stati Uniti, il paese che ha proclamato il diritto alla felicità? Un uomo così abile a sciorinare le sue virtù teologali e democratiche da ricevere il premio Nobel per la Pace?

Domenico Quirico non ha mai incontrato di persona Giovanni Lo Porto. Ma lo unisce a lui qualcosa che è più di una
l’ingiustizia della sua morte e chiedere la punizione del Colpevole.

Con “Morte di un ragazzo italiano”, Domenico Quirico investiga con coraggio e lucidità sul rapimento di Giovanni Lo Porto, tentando di sviscerare il mistero legato alla sua morte e fare luce su una verità scomoda.

Venerdì 12 luglio alle 19, l’autore stesso, intervistato da Davide Ruffinengo, presenterà il suo libro in anteprima nazionale a FuoriLuogo (via Govone 15).

Domenico Quirico è giornalista de La Stampa, responsabile degli esteri, corrispondente da Parigi e ora inviato. Ha seguito in particolare tutte le vicende africane degli ultimi vent’anni dalla Somalia al Congo, dal Ruanda alla primavera araba. Ha vinto i premi giornalistici Cutuli e Premiolino e, nel 2013, il prestigioso Premio Indro Montanelli. Ha scritto quattro saggi storici per Mondadori (Adua, Squadrone bianco, Generali e Naja) e Primavera araba per Bollati Boringheri. Presso Neri Pozza ha pubblicato Gli Ultimi. La magnifica storia dei vinti e Il paese
del male.

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