Deejay Time: le considerazioni di Paride Candelaresi sulla vitalità della nostra città

Riceviamo e pubblichiamo.


La serata “Deejay Time” di Asti Musica dedicata alla dance anni ’90 uno degli esperimenti più riusciti e audaci di questi ultimi anni.
Ha aperto le danze Cristina D’Avena con una carrellata di storiche sigle tratte dai cartoon più famosi.

Mila e Shiro, Pollon, One Piece, Holly e Benjy, Sailor Moon e molte altri inossidabili sigle hanno cominciato a far scatenare il pubblico.
A seguire, sono atterrati sul palco gli Eiffel 65 in una formazione senza Gabry Ponte. Direttamente dal pianeta eurodance dell’italica dance anni ’90 (che pare essere senza tempo) si comincia con “Too much of heaven” e dopo una buona mezz’ora di spettacolo si conclude con la storica “Blue” che fa saltare tutto il pubblico presente.

Dj time Cristina d'avena

La serata sarebbe stata già perfetta così e invece no! Dopo un breve video introduttivo di Fiorello, alla consolle spunta Albertino di Radio Deejay che scalda gli animi, seguito a ruota da Fargetta, Prezioso e Molella. Insomma, una vera maratona fra i quattro deejay, re incontrastati della italo dance in concerto. Impossibile stare fermi.

La festa è quindi iniziata! Dopo la sigla fra l’ovazione generale, piazza Cattedrale si trasforma in una discoteca a cielo aperto. L’entusiasmo è alle stelle, c’è energia e attesa per il pezzo successivo. Braccia alzate verso il cielo per scattare una foto, per rubare un momento, per fare un selfie con gli amici.
House, elettronica e storiche canzoni vengono ballate e cantate da tutti: Deorro, Haddaway, Alexia, Gigi d’Agostino, Corona e decine di altri celebri vocalist sono i protagonisti prescelti e indiscussi per i quattro deejay impegnati alla consolle in una staffetta musicale che vede susseguirsi un mashup dopo l’altro.

Ciò che mi ha colpito maggiormente sono stati i giochi di luce, la console illuminata, un maxischermo con coloratissimi backdrop video che tanto mi hanno ricordato Matrix, Ghost in the shell e molto altri elementi dell’estetica anime anni ’90. Laser colorati e giochi di luce futuristici hanno illuminato il pubblico e gettato una luce nuova e inedita anche sulla nostra splendida cattedrale.

Ed è proprio quella luce nuova che mi ha spinto a riflettere. Ho visto Asti ballare sotto le stelle con un’energia infinita in un clima di festa e senza eccessi. Intere famiglie hanno cantato a squarciagola insieme ai proprio figli, gruppi di ragazzi hanno bevuto e danzato sotto le stelle facendomi pensare ad un momento ben studiato, centrato ed efficace.

Asti ha avuto la fortuna di essere l’unica data italiana protagonista di questo grande esperimento elettronico che ha messo insieme una line up trasversale mixando diversi generi musicali e unendo un pubblico eterogeneo.

La serata di ieri è stata infatti l’anteprima del Wake up 2019, festival di musica pop e dance.

Come capogruppo dei Giovani Astigiani sono soddisfatto della direzione presa dalla nostra città. Il successo strepitoso di sabato scorso al Pride ha colorato e riempito tutta la città, la serata di ieri è stato un esperimento riuscitissimo di questo festival incredibile che è Asti Musica. Grandi momenti – anzi grandissimi – anche quelli di Glenn Hughes e Negrita (i concerti da me visti personalmente).

“Rivitalizziamo” la città è spesso uno slogan presente nel pensiero comune dei cittadini. E’ pensiero comune e diffuso quello di voler vivere in una città viva piuttosto che in una città morta.

A far la differenza in questo senso sono certamente le politiche urbane che la nostra amministrazione sta cercando di abbracciare, ma non basta la volontà senza mezzi, strumenti e collaborazione da parte dei cittadini.

L’amministrazione di fronte questa mancanza di risorse può dunque assumere due atteggiamenti completamente differenti: da una parte intervenire per portare la città verso un ordine ritenuto migliore, dall’altro facilitare l’iniziativa e le azioni dei cittadini accogliendo idee, richieste e progetti che partono dalle associazioni, dagli enti e dagli imprenditori aprendosi così a nuove possibilità di sviluppo. Insomma, banale a dirsi, ma è necessario fare rete.

Il ruolo dei cittadini e dei politici è fondamentale in questa prospettiva: è proprio la collaborazione fra queste due “figure” a strutturare l’offerta della città.

I Giovani Astigiani hanno sempre sostenuto e abbracciato l’idea di una città alla ricerca della propria vitalità e crediamo che questa sia la giusta per raggiungerla!

Paride Candelaresi