Trading Petrolio, la Russia vuole estendere i tagli alla produzione

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Continuano a muoversi le posizioni dei più grandi produttori di petrolio mondiale. Stando a quanto è emerso nelle ultime ore, il più importante produttore di greggio della Russia, Rosneft, starebbe avanzando dei colloqui con il governo di Mosca per cercare una possibile compensazione delle perdite sul proprio core business, andando ad estendere il taglio della produzione del greggio dalla fine dell’anno al 2020, andando in tal modo a sorreggere il prezzo dell’importante materia prima.

Naturalmente, una simile posizione potrebbe contribuire modificare la view strategica di analisti e trader. I quali, peraltro, potranno cercare di prevedere i riflessi di ogni potenziale impatto mediante l’utilizzo di una delle piattaforme dimostrative qui segnalate, e utilizzabili gratuitamente per i propri scopi: https://www.giocareinborsa.com/piattaforme-trading/demo.

Tornando al focus di oggi, sottolineiamo come Rosneft non intenda rinviare l’avvio di nuovi progetti, affermando invece di attenersi alle decisioni in seno all’accordo di produzione dell’OPEC, e allo stesso tempo discuterà le possibili compensazioni per le perdite, se ci saranno, con i propri partner istituzionali.

Non mancano comunque le voci contrastanti, con alcuni analisi che hanno criticato il coinvolgimento della Russia in tali intese, mettendo in aperta discussione la scelta di Mosca di attenersi ai tagli, sostenendo che così facendo gli Stati Uniti finirebbero con il sottrarre quote di mercato al Paese in caso di estensione dell’accordo.

Rammentiamo con l’occasione che con riunione del 1° marzo, le compagnie petrolifere russe hanno concordato all’unanimità che avrebbero rispettato i loro impegni e avrebbero tagliato la produzione come concordato, fino alla scadenza dell’attuale accordo, alla fine di giugno. Una posizione che ora viene sollecitata da Rosneft, che alla recente riunione annuale ha affermato che si aspetta che l’Arabia Saudita cerchi un’estensione dell’accordo, poiché il bilancio del Regno saudita si basa sostanzialmente su un prezzo del petrolio di 85 dollari al barile.

L’OPEC e i suoi alleati non OPEC, con questi ultimi che sono fondamentalmente guidati dalla Russia, dovrebbero discutere il destino dell’accordo sul taglio della produzione il prossimo 25 – 26 giugno. Tuttavia, già ora è iniziato ad emergere un contrasto interno, con la Russia che ha suggerito di rinviare l’incontro al 3 – 4 luglio, con una posizione che la stessa Arabia Saudita sta sostenendo, mentre l’Iran e molti altri Paesi sono in disaccordo con lo spostamento dell’incontro, che vorrebbero dunque fosse confermato per la fine del corrente mese.

Nel frattempo, l’Arabia Saudita ha cercato di arrestare la caduta del prezzo del petrolio negli ultimi giorni, ribadendo lunedì che il proprio Paese e l’OPEC avrebbero fatto tutto il necessario per riequilibrare il mercato del petrolio attingendo le scorte dai loro livelli attualmente elevati, come confermato dal ministro dell’energia dell’Arabia Saudita Khalid al-Falih.

L’impressione è che molto potrà essere discusso e deciso nel corso delle prossime settimane, e che dunque molto potrebbe accadere all’evoluzione del greggio, in linea con le consuete turbolenze che generalmente precedono le decisioni allargate tra OPEC e non OPEC, e con le quali i trader dovrebbero far conto.

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