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Speciale 118 Sindaci: intervista a Tiziana Gaeta, Sindaca di Capriglio

118 Sindaci: incontriamo Tiziana Gaeta, Sindaca di Capriglio.

Da bambina aveva mai immaginato di diventare Sindaco?

No. Da bambina il mio sogno era quello di diventare avvocato a giudice, ma poi è cambiato tutto. 

Come è nata la Sua candidatura a Sìndaca?

Mi è stato chiesto dalla Sindaca uscente.

In realtà, proprio non mi aspettavo una richiesta del genere, e quando mi è stato detto per la prima volta mi sono quasi messa a ridere.

Poi, ad invito ripetuto, mi sono messa in modo per cercare di costituirmi un gruppo con persone che, come me, non avessero mai avuto precedenti come amministratori comunali.

E non mi aspettavo di vincere, non lo avevo proprio messo in conto.

 Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Proprio no. Neanche nella vita professionale. Sono insegnante, niente a che fare con l’amministrare un comune.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletta?

Aiuto! Ce la faro? Sarò in grado?

Ma mi sono subito resa conto che il Comune è mandato avanti dalle persone che ci lavorano e dai cittadini.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

E’ l’avere a che fare con la gente, che è anche il più bello ma è difficile.

A volte le persone si presentano con problematiche che non sono di competenza del Sindaco, ma in ogni caso li devi sentire e capire, perché per loro il Sindaco è l’unico riferimento.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Al sociale. Ai problemi delle persone, specialmente per quelle sole, oppure in difficoltà.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Avere mantenuto la promessa di rimettere a posto il nostro cimitero.

Versava in cattive condizioni a causa dell’incuria che si era protratta nel tempo.

Con il mio gruppo consigliare in testa, abbiamo radunato tutto il paese, abbiamo fatto un gran lavoro di volontariato con degli ottimi risultati.

E già da questo intervento mi sono sentita molto fortunata, perché ho raccolto nella mia squadra un gruppo veramente solidale. Facciamo proprio “Gruppo”.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Personalmente. Molti vengono qui in comune, altri anche a casa mia, mi telefonano, ho un rapporto diretto con tutti.

Utilizziamo anche i social, facebook, il sito del comune, e poi utilizziamo i manifesti.

Ma ripeto che la cosa più importante è parlarsi a voce.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Soddisfatta nel senso che sia il mio gruppo che io, ce la stiamo mettendo tutta per risolvere bene ogni problema, anche se, non sempre, riusciamo a soddisfare le esigenze di tutti.

E sono soddisfattissima di come il lavoro di tutti (gruppo consigliare, impiegato, tecnico, segretario comunale) sia estremamente valido.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Essendo giovane di questo “mestiere” non ho molto da consigliare.

Mi permetto di suggerire a tutti i miei colleghi di confrontarsi molto spesso tra di loro. Ne potrebbero uscire utili suggerimenti e consigli, ed evitare di studiare spesse volte la soluzione di un problema già affrontato da un collega, e anche l’utilizzo di risorse comune.  

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Di sicuro di una burocrazia più snella, e più fondi perché mancano sempre, e poi tanta buona volontà da parte di tutti.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Il grosso problema sono il furti che avvengono nelle case, è il problema più grosso che abbiamo, e stiamo cercando di porre dei rimedi.

Abbiamo appena avuto l’assegnazione di un finanziamento tramite un bando, finanziamento che ci permetterà di installare le telecamere di sorveglianza in tutto il nostro territorio.

Il progetto esecutivo è già stato completato in collaborazione con i Carabinieri della Stazione di Montafia che presidiano il nostro territorio.

Sarà un intervento che riguarderà anche altri paesi a noi limitrofi, e la collaborazione di tutti dovrebbe portare a una riduzione ampia di questo problema che ci riguarda tutti.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

I problemi di questo tipo riguardano l’assistenza agli anziani che vivono soli (e qui, qualche volta è ancora più complicato perché si tratta di una loro scelta) e qualche famiglia in difficoltà economica.

E il Comune non può fare molto, certi interventi hanno dei limiti, a volte anche di natura legale.

Molto lo facciamo tramite i volontari del Comune, persone che si prestano per trasporti, o anche solo andare a fare la spesa.

Abbiamo il COGESA che interviene nelle situazioni di propria competenza e lo fa bene.

Questo dei “bisogni sociali” è uno di quelle problematiche che si affronterebbero meglio se ci fosse “rete” fra i comuni appartenenti allo stesso territorio.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

Se no, come potrebbe svilupparsi una sinergia tra amministrazione e no profit?

Vere e proprie associazioni, nel Comune di Capriglio non ne abbiamo. Però tutti i cittadini (con poche eccezioni) cercano di fare del loro meglio. C’è molta solidarietà fra i miei concittadini, e si fa molto volontariato, individuale, e di gruppo incaso di necessità.

Personalmente, anche al di là delle mie funzioni, faccio da riferimento per organizzare vere e proprie catene di solidarietà.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Ce l’ho, ce l’ ho, anzi lo abbiamo insieme con il mio Gruppo.

Ma ora è proprio nel cassetto, e se, come speriamo tutti, gli eventi saranno positivi, lo tireremo fuori al momento opportuno.

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