Le Rubriche di ATNews - Speciale 118 Sindaci

Speciale 118 Sindaci: intervista a Dimitri Tasso, Sindaco di Montiglio Monferrato

118 Sindaci: incontriamo Dimitri Tasso, Sindaco di Montiglio Monferrato. 

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

Ovviamente non mi era mai passato per la mente, ma già a scuola mi sono trovato quasi sempre a rappresentare le istanze dei miei compagni, non per ambizione personale, ma perché nessuno lo voleva fare. Ora in molti piccoli comuni sta avvenendo la stessa cosa. E’ un vero peccato vedere tantissime persone oggi abusare dei social per pontificare su tutto e poi verificare alla prova dei fatti che nessuno si vuole poi impegnare seriamente.

Come è nata la Sua candidatura a Sindaco?

La mia candidatura nel 1998 nacque a seguito dell’accorpamento dei tre comuni di Montiglio, Colcavagno e Scandeluzza con la prima fusione del Piemonte. Probabilmente all’epoca, non essendo mai stato coinvolto prima nelle varie attività del paese, ebbi il vantaggio di poter costruire una lista che riassumeva le varie anime dei tre paesi con figure che erano state su fronti opposti per anni. E’ stata una bella esperienza per superare antiche divisioni ed al tempo stesso una difficile scommessa basata su un progetto che peraltro non mi aveva visto personalmente favorevole prima della fusione. I dubbi che avevo posto sulla fusione in effetti si concretizzarono, ma riuscimmo tutti insieme a superare le innumerevoli difficoltà. Non siamo però riusciti a cancellare in alcuni l’amarezza per la perdita dell’identità dei comuni più piccoli, anche se devo dare atto alla grande lungimiranza degli allora sindaci Angelo Lago, Francesco Mattioli e Alfonso Pescarmona. 

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?                                                       

No, ma credo che sia stata la mia fortuna. Dovendo iniziare come sindaco senza aver avuto esperienze di consigliere, oltretutto in un comune appena fuso, senza precedenti a livello nazionale e con l’impossibilità di poter far riferimento ad altri, mi sono dovuto calare a tempo pieno nell’amministrazione lavorando fianco a fianco con il personale che a sua volta doveva amalgamarsi provenendo da tre comuni.  Solo grazie alla loro grande professionalità ed al gruppo di maggioranza con il quale da vent’anni collaboro, siamo riusciti ad ottenere i risultati che la maggioranza dei cittadini ci ha per nostra fortuna sempre riconosciuto con percentuali di consenso fin troppo generose. In tante situazioni siamo stati i primi a sperimentare nuove procedure come per l’appalto da 1 milione di euro sulle manutenzioni delle strade che poi è stato adottato da molti altri. Ancora oggi, come ad esempio con i matrimoni nei ristoranti di pregio, cerchiamo di rompere i tabù e scardinare le procedure più astruse. Chi arriva da esperienze nel settore privato credo senta come una missione la necessità di semplificare la vita ai cittadini più di chi si è assuefatto al sistema pubblico. E’ un qualcosa che mi sono portato dentro anche negli incarichi di assessore provinciale e coordinatore nazionale in Anci.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

All’epoca, rispetto alla media dei sindaci, ero molto giovane. Il primo pensiero fu per i miei genitori che mi avevano sempre responsabilizzato fin dai primi anni di scuola mandandomi all’estero ogni estate, facendomi frequentare le medie in collegio a Castelnuovo Don Bosco e sudare ogni ricompensa. Nei piccoli comuni si viene eletti anche con un occhio a come la tua famiglia si è comportata nel tempo e ti ha educato. Mi sembra che nei recenti fatti di cronaca molti politici eccellenti su questo fronte non ne escano bene e rimango convinto che i valori che la famiglia ti può trasmettere siano importanti. 

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Pur avendo praticamente messo mano ad ogni aspetto amministrativo e logistico del paese, credo che la gestione della fusione dei tre paesi e l’equilibrio nella distribuzione di risorse, servizi ed attenzioni tra le tantissime comunità di Montiglio Monferrato sia un impegno senza fine. Oltre alle tre municipalità abbiamo tantissime frazioni, anche più grandi dei vecchi comuni, che comportano una continua rivalità nella richiesta di assegnazione di risorse ed interventi. Pur avendo ottenuto ingenti investimenti, rapportati ai 1600 abitanti del nostro paese, l’enorme dispersione dei centri abitati non consente di vedere appieno quanto è stato realizzato. Se pensiamo che abbiamo riqualificato ben 4 centri storici, Montiglio, Colcavagno, Scandeluzza e Rinco, che ci sono 7 cimiteri e 30 chiese di cui 4 romaniche, 4 castelli, un territorio equivalente a quello di Canelli, è abbastanza evidente la difficoltà nel gestire il tutto con equilibrio.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Avendo la fortuna di avere il personale del comune di ottimo livello mi trovo a lavorare molto su tutto quello che esula dall’ordinario. Il problema è che nei piccoli comuni questo rappresenta il 70% dell’attività del Comune che si trova sempre in emergenza sulle questioni complesse. Nelle grandi realtà c’è un ufficio per ogni settore. Nei piccoli comuni invece occorre documentarsi a fondo sempre per situazioni che si verificano una tantum ogni decennio. Proprio per questo resto un fautore delle Unioni di comuni per quanto riguarda il back-office. C’è poi tutto il fronte dei problemi dei cittadini che non toccherebbero al sindaco, ma che il più delle volte viene visto come ultima istanza per risolverli. Solo ultimamente, per non lasciare metà dei cittadini senza medico di base, abbiamo dovuto fare i salti mortali. 

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Non nego che una serie di opere quali il Montexpo, l’Ecocentro, le riqualificazioni di molte aree comunali, di tutti i centri storici, dell’intera illuminazione pubblica, degli edifici scolastici siano testimonianze importanti del lavoro svolto. Il rilancio della Fiera del Tartufo, le venti edizioni di Castello in Musica e Musica nelle Pievi, Golosaria, il Festival delle sagre, sono stati e sono sempre belle soddisfazioni. Oggi la contrazione dei finanziamenti pubblici e privati ci ha però obbligati purtroppo a fare delle scelte. Però quello che mi ha dato più soddisfazione è stata la coesione dei nostri cittadini e delle nostre associazioni in tutti gli eventi ed in ogni occasione. Oltre 200 persone impegnate nel volontariato per un piccolo comune come il nostro sono un risultato impagabile di fiducia nel proprio paese. Ancora di più il fatto che moltissimi di loro siano giovani. La nostra attenzione per le scuole mi ha portato anche il riconoscimento più bello: nel cartellone riassuntivo del giro del nostro paese i ragazzi delle elementari in un riquadro hanno scritto “Dall’intervista abbiamo capito che il sindaco è una persona speciale perché ha a cuore il benessere dei suoi cittadini”.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Oltre ai contatti personali, da molti anni la nostra lista ha creato un gruppo “Uniti per migliorare Montiglio Monferrato” su Facebook dove scorrono gli eventi e le tematiche più importanti. Da alcuni anni abbiamo tre gruppi di Whatsapp utilissimi che avvisano in tempo reale i cittadini sulle modifiche alla viabilità, le dinamiche scolastiche ed i problemi che man mano emergono. Oltre a quello per le emergenze, ne abbiamo uno dedicato solo agli eventi ed un altro per la segnalazione e la ricerca degli animali dispersi. A loro volta i prosindaci di Colcavagno e Scandeluzza ne gestiscono uno per le loro comunità. 

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?      

Credo che non si sia mai soddisfatti dei risultati raggiunti perché a volte si ha la sensazione di svuotare il mare con un bicchiere. Sono molto orgoglioso del gruppo che si è formato negli anni a supporto dell’amministrazione. Anche chi è stato consigliere nel passato continua per la maggior parte a collaborare in modo attivo. Abbiamo dimostrato di avere le forze per amministrare anche nel periodo in cui non ho potuto svolgere il terzo mandato. Ora pur avendo la possibilità di ricandidarmi tra 4 anni mi auguro che qualcuno voglia continuare questo percorso per dare ancora maggior slancio alla nostra attività amministrativa.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?                       

I colleghi non ne hanno certo bisogno, ma l’unica riflessione che mi sento di fare è che oggi si rischia a tutti i livelli di farsi condizionare da chi urla più forte o da chi usa i social per fare pressioni indebite sugli amministratori. Dobbiamo far fronte comune per frenare questo malcostume e per poter lavorare sempre per quella maggioranza silenziosa che chiede il giusto e che puntualmente premia chi si comporta bene. 

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?                                              

Semplificazione burocratica, vera autonomia impositiva, vouchers per i cittadini in difficoltà che consentano il loro impiego nelle attività quotidiane (in realtà li avevamo e ce li hanno tolti), vincoli urbanistici meno stringenti ed onerosi sulle piccole modifiche edilizie, incentivi statali per il ripopolamento dei piccoli borghi, gestioni associate dei servizi di back office e finanziamenti per la messa in sicurezza degli edifici pericolanti (problema che tra qualche anno sarà completamente fuori controllo).

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Credo che l’attività dell’Arma dei carabinieri, gli impianti di vidoesorveglianza installati (a breve passeremo da 40 a 80 telecamere, con i 16 accessi controllati da impianti di lettura targhe), i gruppi di whatsapp siano già quasi tutto quanto è possibile fare. Il problema non è legato alla prevenzione o all’eventuale cattura dei malviventi. La questione fondamentale è che sembra che i ladri vengano arrestati solo a fini statistici, visto che il giorno successivo sono già di nuovo in circolazione. La percezione diffusa è quella di uno Stato che non sa farsi rispettare e che il nostro Paese sia diventato la meta preferita dei delinquenti stranieri attirati dall’impunità.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

La crisi economica è tutt’altro che superata in particolare nell’Astigiano. Ci troviamo con situazioni un tempo sconosciute. I vincoli dell’ISEE fanno si che famiglie monoreddito indebitate non possano essere aiutate. Occorre una profonda revisione dei meccanismi di sostegno alle famiglie che consenta, soprattutto nei piccoli comuni dove tutti si conoscono, di aiutare chi è in difficoltà ottenendo servizi per la comunità. In Puglia ad esempio è possibile, in Piemonte no. Troppe volte ho riscontrato che la nostra Regione si è dotata di regole contorte, farraginose ed inefficaci.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

Il nostro biglietto da visita migliore è il grande lavoro dei volontari: non in ordine di importanza abbiamo la bellissima realtà della Polisportiva che coinvolge i nostri ragazzi, l’efficiente Pro Loco, l’associazione turistica il Trabucco, il gruppo di Moncirco, la sempre presente Croce Rossa, l’Avis, il Consiglio della Casa di Riposo, le Associazioni Attivamente, Girasole e Mov in mus che curano le attività extrascolastiche, il potenziamento ed i corsi musicali, il Gruppo Alpini, l’UNIRR, il gruppo della Biblioteca di Scandeluzza, i fondamentali circoli frazionali di Banengo, Carboneri, Rinco e S.Anna, la pro loco di Colcavagno ed i gruppi parrocchiali. 

Anche singoli volontari come lo storico Giorgio Macchia o in passato il realizzatore di meridiane Mario Tebenghi o le signore che innaffiano i fiori sugli spazi pubblici fanno sovente la differenza.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Recuperare il patrimonio edilizio esistente ed attrarre nuovi cittadini penso sia l’obiettivo di tutti gli amministratori comunali delle realtà come la nostra. Gli sforzi maggiori saranno in questa direzione. Però credo che occorra anche lavorare sul recupero del senso civico dei cittadini senza il quale ogni sforzo per abbellire e migliorare i nostri paesi rimane vano. 

 *************************************

Si ringrazia per il sostegno al Progetto 118 Sindaci

Il Progetto 118 Sindaci gode del Patrocinio della Provincia di Asti

e della Prefettura di Asti