Olindo Cervella: “Se ce l’ho fatta io, tutti possono farcela!”

Riceviamo e pubblichiamo

A pochi giorni dal voto, le domande e gli impegni per i candidati si affollano. Olindo Cervella è il più maturo degli aspiranti sindaci albesi ma, anche dopo la maratona di impegni avviata per lui il primo marzo, sembra non avere affanno.

Se fosse eletto sindaco come formerà la sua squadra di collaboratori?

“Durante questa campagna ho detto più volte che vorrei scegliere gli assessori in base alle loro capacità e professionalità. Oggi lo ribadisco e aggiungo che vorrei affiancare a ogni assessore uno o due consiglieri in modo che il contatto con la gente fosse più stretto e assiduo. Attenzione però, questo non avrà costi aggiuntivi per il Comune”.

Per cosa vorrebbe essere ricordato se fosse eletto?

“Ho in testa l’idea di istituire un polo di alta formazione tecnologica in città, magari nella sede dell’ospedale san Lazzaro, dopo il trasferimento dei reparti a Verduno. Credo nella tecnologia come nella più lungimirante forma di investimento e sono certo che sarebbe un efficace percorso di formazione per i giovani, rispondente ai bisogni della società attuale e futura. Alcuni settori, come il tessile, sono maturi, non possiamo competere con India e Cina. Ma nell’alta tecnologia possiamo essere competitivi. Vent’anni fa pochi al mondo conoscevano Pollenzo. Oggi, grazie all’Università di scienze gastronomiche migliaia di persone conoscono quel borgo di Bra. Inoltre l’edificio del San Lazzaro è talmente grande che potrebbe ospitare senza difficoltà anche una clinica per i malati di Alzheimer, di cui c’è tanto bisogno in zona. Altro aspetto positivo è che la Regione, che ne detiene la proprietà, potrebbe essere partner del progetto, insieme a Università e aziende multinazionali”.   

Se dovesse invitare gli albesi a votarla, cosa direbbe?

“Quello che ho detto durante l’appello al voto, che ho lanciato durante il dibattito tra i candidati sindaci organizzato dall’Aca lunedì 20 maggio .
Prima di tutto direi “Andate a votare, perché votare è atto di responsabilità e di libertà”. E poi li inviterei ad assegnare la propria preferenza chiedendosi prima quali qualità vorrebbero da un amministratore. La coalizione che mi sostiene ritiene che io possa offrire esperienza, un approccio concreto e determinato a risolvere i problemi, anche i più spinosi, e la passione che mi ha sempre spinto in ogni azione e di cui la mia vita è testimonianza. Quando ero un ragazzino ho perso mio padre e sono finito in orfanatrofio ad Alba. Ho conosciuto la povertà più nera e l’emarginazione, il pregiudizio. Alba mi ha dato opportunità, mi candido perché vorrei che tutti avessero le stesse possibilità. Se ce l’ho fatta io, tutti possono farcela!”

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