Castello di Govone, chiusa la mostra personale dei disegni di Ingeborg Matschke

Riceviamo e pubblichiamo la recensione della Dott.ssa Raffaella Pischedda della  mostra personale dei disegni di Ingeborg Matschke tenuta al Castello di Govone.

Castello di Govone: chiusura mostra personale “La volatilità dell’essere.” Aspetti del tempo nei disegni di Ingeborg Matschke.

È qui il tempo a esser narrato: frammenti dell’oblio, segni di un passato perduto emergono da una fantasmagoria di proiezioni dell’inconscio. Il latente si rende manifesto, e sono incrinati i confini tra significante e significato, tra essenza e apparenza, tra tempo e spazio. Il riemerso si materializza in immagini eteree e sfumate, atmosferiche, in tratti sussurrati, come trasposizioni oniriche. Il tempo si spazializza e il segno grafico afferra attimi esperienziali nello scorrere indivisibile del divenire.

Marcel Proust sosteneva che il compito dell’arte consiste nel fissare essenze che si manifestano in momenti particolari, impressioni dalla natura volatile ed evanescente e che quindi necessitano di essere concretizzate in una forma espressiva.

Sono segni colti casualmente e inaspettatamente, che la memoria involontaria rimanda a qualcosa di diverso, alla penombra di un passato da ritrovare. Soltanto il tempo permetterà di decodificare i segnali per comprendere la verità del trascorso in essi contenuta.

Per Henri Bergson la ricerca del tempo perduto è impresa vana. La durata della coscienza è scorrere continuo, è come un gomitolo che rotola e si ingrandisce di momenti compenetrati e indivisi, un unico progressivo fluire che sempre si rinnova, in un inesorabile essere altro.

I disegni esposti non hanno titolo: è l’interpretazione soggettiva del fruitore a venir stimolata, è l’osservatore che attribuirà un senso all’opera sulla base del proprio vissuto, della cultura o del proprio “orizzonte d’attesa”, per usare l’espressione di Hans Robert Jauss.

Secondo le teorie dell’estetica della ricezione, nella creazione artistica vengono a crearsi delle zone indeterminate risultanti dalla relazione tra definito e indefinito, espresso e inespresso. Questi luoghi saranno completati dalla lettura attiva e creativa dello spettatore, e l’oggetto rappresentato assumerà così significato all’interno dell’opera.

Dai disegni, realizzati con inchiostro di china, traspare l’influsso del pensiero orientale, al cui studio l’autrice si dedica da quasi quarant’anni. Di origine tedesca, Ingeborg Matschke vive in provincia di Asti dal 1997. Tra le espressioni artistiche da lei privilegiate vi sono poesia, disegno e ceramica.

Dott.ssa Raffaella Pischedda