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Speciale 118 Sindaci: intervista ad Alessandro Gabutto, Sindaco di Quaranti

118 Sindaci: incontriamo Alessandro Gabutto, Sindaco di Quaranti.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

Da bambino direi di no.

Ma la mia vita “amministrativa” è iniziata da diciottenne nei banchi dell’opposizione, in Consiglio Comunale. 

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Nasce condividendo il percorso con la mia squadra, percorso iniziato dieci anni prima della mia prima elezione a Sindaco. 

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Avevo già sulle spalle cinque anni da Assessore e cinque anni da Vicesindaco.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Che finalmente si sarebbe realizzato quel processo di rinnovamento e ringiovanimento nell’amministrazione di Quaranti, cosa di cui il paese aveva molto bisogno.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Da subito, appena eletto, abbiamo deciso di affrontare e di risolvere il problema “Ex Fornace” (nella quale a suo tempo avevo lavorato anch’io).

Il problema più grande e più importante era la rimozione delle lastre di Eternit della copertura, (quasi 10.000 metri quadrati).

 E il problema ambientale era aggravato dalle vicende giudiziarie della ditta e da differenti proprietà. Proprio una matassa da sbrogliare.

Nonostante tutte queste vicende adesso, siamo molto vicini alla soluzione finale.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Sono sindaco da otto anni, da quattro sono senza impiegato, causa pensionamento.

Fortunatamente ho la disponibilità di una collaboratrice per otto ore la settimana che mi gestisce Anagrafe, Stato Civile e Segreteria. Per tutto il resto ci penso io in prima persona, comprese le attività di spazzino e necroforo.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Aver partecipato e vinto il bando denominato 6000 Campanili. Ciò ha significato il poter investire oltre 600.000 Euro sul territorio.

Abbiamo riqualificato l’intero concentrico e asfaltato le strade comunali.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Ormai siamo nella generazione digitale e anche noi utilizziamo, per come possiamo, le nuove tecnologie e i social.

Ma, anche date le dimensioni di Quaranti, la buona e sempre utile “Piazza” è sempre ed ancora il sistema migliore.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

La piena soddisfazione bisogna chiederla ai miei “amministrati”, io personalmente ce la metto tutta, con alti e bassi ma sempre nell’interesse dei concittadini.

Se continuare lo decideremo insieme al mio gruppo; teoricamente allo scadere dell’incarico attuale, potremmo continuare ancora per un lustro. Vedremo, se continuiamo, lo faremo sempre con voglia e impegno.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Nessuna. Noi sindaci siamo abbastanza gelosi delle nostre iniziative personali (io per primo) ma le situazioni che si incontrano non sono le stesse in ognuno dei nostri paesi.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Nel mio caso, avrà capito, ho bisogno di tutto.

Risorse finanziarie, procedure semplificate, ma l’urgenza maggiore è il personale!

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Purtroppo nel passato ci sono stati fenomeni di predazione nelle case con ondate di furti importanti. La cosa ha causato una crescita della paura e dell’insicurezza.

Come Amministrazione abbiamo riqualificato l’illuminazione pubblica passando al LED che ha contribuito a garantire più controllo; abbiamo fatto opera di sensibilizzazione tra la popolazione nell’affrontare le problematiche anche con la collaborazione dei carabinieri che abbiamo la fortuna di avere sul nostro territorio.

I carabinieri fanno un lavoro aggiunto che non ha prezzo.

E poi, recentemente, ci hanno finanziato (con 40.000 Euro) un progetto di videosorveglianza che comporterà la copertura dell’intero paese.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Nei piccoli paesi, i bisogni sociali sono legati all’invecchiamento della popolazione, che spesso rimane sola nel momento più delicato della propria vita.

Noi garantiamo un ascolto costante, e insieme al nostro Consorzio CISA, siamo sempre attivi e presenti.

Un aiuto lo dà anche presenza della Casa di Riposo “Mondo Azzurro”che non si limita alla sua normale attività, ma fa anche da riferimento per tutto il territorio nel fornire il servizio pasti a domicilio, i servizi di lavanderia, e altro. E’ perfettamente integrata nel territorio.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

La Pro Loco, e un Circolo Libertas. Collaborano anche loro tra mille difficoltà, forse servirebbe una miglior distribuzione dei ruoli, in modo da garantire una corretta assegnazione dei compiti.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Una volta rimosso l’eternit dalla “Ex Fornace”, vorrei vedere nascere una nuova realtà produttiva, su una delle poche (se non l’unica) aree industriale del nostro territorio, purtroppo abbandonato da almeno trent’anni.

Il lavoro è essenziale, senza di questo diventa sterile anche l’attività di una Amministrazione Comunale.  

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