Nasce “Non Una di Meno Asti” a sostegno dei diritti delle donne

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del gruppo Non Una di Meno di Asti arrivato oggi in Redazione.


Si è costituito il gruppo NON UNA DI MENO – ASTI sulla spinta della necessità fortemente sentita e condivisa di battersi contro l’approvazione del D.D.L. Pillon da tutte individuato come strumento di violenza di stato contro le donne e i figli, basato su un concetto di famiglia retrivo e antistorico.

Abbiamo deciso di aderire al movimento e alla rete nazionale NON UNA DI MENO perché la riteniamo indipendente da partiti ed organizzazioni politiche, con noi omogenea culturalmente e politicamente oltre che portatrice di ricca esperienza nella lotta e nella creazione di spazi liberi ed iniziative sociali preziosi per le donne ed ogni essere umano.
Ci proponiamo di essere aperte e cooperanti nei confronti degli altri movimenti, gruppi ed iniziative che si muovano su questo terreno.

Si sta formando un gruppo molto vivace, intergenerazionale ed aperto, e l’intenzione di tutt@ è di mettere in campo la nostra opposizione al D.D.L. come prima azione pubblica condivisa, come apripista di una più ampia analisi e reazione a tutte le forme di violenza e discriminazione.

Nella serata di oggi presenteremo ai consiglieri comunali del Comune di Asti la richiesta di far approvare la Mozione per il ritiro del DDL Pillon (allegata a questo comunicato) che è stata presentata in diversi comuni italiani e già approvata nei Comuni di Savona e Levanto

Questo disegno di legge, se approvato, riporterebbe il diritto di famiglia indietro di cinquant’anni. L’obiettivo, non espresso, ma palese, è quello di rendere talmente complicata la strada per la separazione da farvi rinunciare tutte e tutti con evidente danno alla libertà delle persone. A pagarne maggiormente le conseguenze saranno i soggetti più deboli: i minori e più frequentemente le donne.

Ecco che cosa prevede questo disegno di legge:

MEDIAZIONE CIVILE OBBLIGATORIA E A PAGAMENTO.

Se i figli sono minorenni la mediazione è obbligatoria anche nei casi di separazione consensuale e addirittura di violenza domestica o di genere (è noto che, proprio nel momento in cui la donna decide di interrompere la relazione, corre il maggior rischio di pericolo). La mediazione obbligatoria, in caso di violenza sulle donne, viola la Convenzione di Istanbul che si propone di favorire la protezione delle vittime ed impedire l’impunità dei colpevoli.

IMPOSIZIONE DI TEMPI PARITARI.

I figli minori devono trascorrere eguali periodi di tempo con ciascun genitore (obbligatoriamente 12 giorni al mese con ciascun coniuge) dividendosi a metà e facendo avanti e indietro tra due case; i bambini, in questo modo, sono trattati come “pacchi postali” e non come soggetti portatori di diritti propri.

CHI RESTA NELLA CASA PARENTALE PAGA.

Il genitore cui spetterà l’abitazione di famiglia è costretto a pagare un affitto all’altro genitore. Ciò colpisce maggiormente le donne che, come è ben noto, hanno generalmente maggiore difficoltà ad essere occupate e che godono di retribuzioni inferiori a quelle degli uomini.

MANTENIMENTO DIRETTO.

I genitori sono obbligati a fare un “piano delle spese” per il mantenimento del minore, cui contribuiscono entrambi in modo uguale. Anche in questo caso, come in quello precedente, è evidente la discriminazione a sfavore delle donne.

CHI NON MANTIENE I FIGLI NON VIENE PIU’ PUNITO.

Non è più reato sottrarsi agli obblighi economici verso i figli.

NESSUNA TUTELA CONTRO LA VIOLENZA IN FAMIGLIA.

Un/una figlio/figlia che rifiuta di frequentare uno dei genitori (di solito il padre) indipendentemente dalle cause, che potrebbero anche consistere in maltrattamenti, viene considerata/o affetto dalla “sindrome da alienazione parentale” (cioè vittima del comportamento di un genitore che porterebbe i figli a perdere il contatto e a esibire astio verso l’altro genitore).

La mozione verrà presentata al Consiglio Comunale che si terrà il 29 aprile alle ore 17.30

In questa occasione saremo presenti davanti al Comune per testimoniare l’importanza per noi della scelta che il Comune e le diverse parti politiche dimostreranno su questo punto. Invitiamo tutt@ gli astigiani ad essere con noi in Piazza e in Consiglio Comunale con tutto il calore possibile.

Questa nostra iniziativa non è che l’inizio. Porremmo la massima attenzione allo svolgersi del dibattito parlamentare . E già prevista un’assemblea pubblica con esperti e testimonianze per sviscerare tutti gli aspetti, i rischi, l’ideologia nascosta dentro il DDL Pillon.

A presto

Insieme siamo partite,
insieme torneremo,
non una, non una,

NON UNA DI MENO.

Leggi la Mozione di Non Una di Meno

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