La Consigliera informa: “Lavoro e Famiglia: un’impresa ancora difficile”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Consigliera di Parità Chiara Cerrato che porta all’ attenzione i dati, nazionali e locali, del fenomeno delle dimissioni volontarie di mamme e papà.

I dati già convalidati dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro sono quelli del 2017, gli altri, presenti a sistema, sono in attesa di convalida, pertanto potrebbero subire qualche variazione ma, comunque, danno uno spaccato della situazione ancora difficile di conciliazione tempi famiglia lavoro per i genitori.

“Lavoro e Famiglia: un’impresa ancora difficile.

E’ quanto emerge dalla relazione annuale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), diffusa alle Consigliere di parità. I dati si basano sulle attività di convalida, relative all’anno solare 2017, previste dalla legge di tutela della maternità e della paternità, per ciascuna richiesta di dimissione o risoluzione consensuale.

Il 2017 conta, a livello nazionale, ben 39.378 convalide, circa 2000 in più rispetto al 2016. Un aumento dunque del 5%, e la maggior parte di esse (97%) sono dimissioni. Una novità: aumenta la condivisione tra mamme e papà nella difficile scelta di dimettersi a causa delle difficoltà di conciliazione dei tempi lavoro/famiglia.

Sulla distribuzione in base al genere, infatti, il 77% delle dimissioni proviene dalle lavoratrici madri, con un calo del 2% rispetto l’anno precedente, controbilanciato da un forte aumento delle dimissioni dei papà: dai 7859 del 2016 si passa ai 9066 del 2017, un 15% in più.

L’analisi delle motivazioni di queste dimissioni conferma il problema della difficoltà di conciliare i tempi di vita/famiglia con quelli lavorativi: il 36,1% si dimette per la carenza di una rete di supporto ovvero assenza di parenti e/o assenza/carenza di servizi territoriali. Nelle esigenze evidenziate il ricorso al prezioso supporto dei nonni è ancora al primo posto, la segnalazioni di costi elevati per i servizi sul territorio riguarda solo il 7% dei casi.

Per quanto riguarda i dati oggetto di analisi, le Consigliere di parità hanno l’accesso al programma nazionale del Portale della vigilanza per la visione dei dati disaggregati e dunque è possibile analizzare quelli relativi al nostro territorio.

Raffrontando quindi i dati territoriali, si evince che nel 2017 sono state consolidate 195 dimissioni, di cui 136 di femmine e 59 di maschi. I dati del 2018, che sono ancora da convalidare e pertanto potrebbero subire eventuali variazioni, purtroppo vedono un aumento delle dimissioni a 209 di cui 150 di donne e 59 di uomini.

I motivi del recesso permangono, come a livello nazionale e nei diversi anni, sempre le stesse: nel 2017 49 mamme ed 1 papà hanno dichiarato quale motivazione le “difficoltà di conciliazione lavoro/cura del bambino/a per ragioni legate ai servizi di cura”. Il 2018 conferma questa gravosa scelta: 165 genitrici ed un genitore si sono dimessi per le ragioni legate all’assenza di parenti di supporto e/o ai costi degli asili. Le fasce di età dei figli che maggiormente influiscono nella scelta sono la fascia “fino a un anno” seguita a poca distanza dalla fascia “da uno a tre anni”. Delle 209 dimissioni sopra riportate 102 sono state presentate da donne in stato di gravidanza e/o entro l’anno di età del bambino (e pertanto hanno percepito la Naspi).

Il settore più coinvolto è quello del terziario, anche perché comprende un vasto numero di sotto settori: dalle attività finanziarie, assicurative, immobiliari, al commercio, alla sanità e assistenza sociale, alle agenzie di viaggi e al le attività di ristorazione, sportive, artistiche e di intrattenimento.
Ed il 2019 allora? Ad oggi sul portale risultano già 55 dimissioni, di cui 30 femmine e 25 maschi; una situazione comunque da monitorare costantemente.

Ben vengano dunque le buone pratiche delle aziende che favoriscono la conciliazione dei tempi lavoro/famiglia come quelle che abbiamo recentemente premiato con il “Premio Calicanto”. D’altro canto, si auspica che la pubblicazione e diffusione di questi dati in occasione del 1° maggio, Festa del Lavoro, possa costituire spunto di riflessione e di azione da parte di tutte le forze impegnate sul territorio a favore delle politiche del lavoro e dell’occupazione.”

Prof.ssa Chiara Cerrato
Consigliera di Parità
Provincia di Asti