Canté j’euv: a Revigliasco d’Asti la questua delle uova del tempo di Quaresima

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Sabato 13 aprile alle 21 a Revigliasco d’Asti, nel cortile del Municipio, andrà in scena”Canté j’euv”, questua delle uova in tempo di Quaresima coordinata dall’Archivio Teatralità Popolare.

“Canté j’euv”, antica pratica propiziatoria del calendario rituale collegata all’equinozio di primavera, sta conoscendo in questi anni una stagione intensa di riprese e riproposte tra Monferrato, Langhe e Roero.
Da secoli il “canto delle uova”, annunciando la fine dell’inverno e la rinascita della natura, è augurio di prosperità e di pace. E da sempre l’uovo è principio germinale, simbolo di vitalità e fertilità della terra nonché dono beneaugurante, motivo decorativo delle mense.
Com’è noto l’azione consiste nel formare una brigata di cantanti, suonatori, danzatori, attori e di andare, con un seguito spontaneo, di casa in casa, a chiedere in dono uova o altro cibo e vino per poi concludersi con una festa finale.

Il canto rituale “Dene d’j euv oh dene d’j euv”, intrecciato a musiche, danze e racconti (anche un po’ trasgressivi rispetto al periodo quaresimale), diventa così un inno alla vita e alla concordia.

Il Comune di Revigliasco d’Asti intende da quest’anno riprendere questa tradizione. Dalla più schietta tradizione popolare il gruppo folkloristico J’Arliquato si esibirà riproponendo il canto rituale e chiedendo i doni.
Il cortile diventerà anche luogo di canzoni, musiche e danze piemontesi, a cui si uniranno racconti e dicerie degli attori Patrizia Camatel e Fabio Fassio, tra convivio e narrazione.

Storie di paese, un paese di storie divertenti, un microcosmo di aneddoti, personaggi, avventure al limite del paradossale. Le storie inventate si mescolano alle storie vere, quelle del paese. Un delicato scorrere nel quale si ritrova il mondo contadino della nostra terra con la sua ironia e i suoi tempi, con quella saggezza mai dimenticata e tutta da scoprire. Rielaborazione di testimonianze popolari e racconti, intervallati da brani umoristici di Carlo Artuffo, noto comico e cabarettista piemontese della metà del secolo scorso.
Momenti di divertimento e di riflessione, piccoli e grandi drammi di campagna, storie che fanno sorridere, storie che fanno pensare, storie di gente di paese.
La partecipazione è gratuita.

Dalle 20 la Proloco e la Confraternita delle Ciliegie apriranno il loro stand enogastronomici con i prodotti della tradizione, dal pane e acciughe e burro, alla torta di nocciole al buon Barbera.

La rassegna è promossa dall’Unione Colli Divini – nel cuore del Monferrato e della casa degli alfieri /Archivio della Teatralità Popolare ed è sostenuta dalla Regione Piemonte (è la più importante rassegna regionale del settore), dai Comuni ospitanti, dalla Fondazione CRT e dalla Fondazione CRAsti.
La direzione artistica di Cuntè Munfrà è di Massimo Barbero per l’Archivio della Teatralità Popolare di casa degli alfieri, l’ideazione è di Luciano Nattino.

La prossima settimana, giovedì 18 aprile, è in programma come ogni anno a Castagnole Monferrato “La Passiùn di Gesü Crist”, il paesaggio sonoro del Giovedì Santo. La Passione diventa espressione popolare e canto piemontese di antica memoria, senza effetti speciali né costumi orientali, al seguito del Cristo-albero.

 

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