Balena Marcellina: inaugurata a Chiusano la scultura che ricorda il Mare Padano

E’ stata la prima a nascere, ma potrebbe non essere l’unica, nell’Astigiano, la scultura di balena inaugurata ieri a Chiusano.

Ecco l’idea, e insieme la sfida, lanciata da Ottavio Coffano e subito raccolta dalla prima cittadina Marisa Varvello: “Se la Spagna ha le sculture di toro a caratterizzare il suo paesaggio – ha spiegato lo scenografo – l’Astigiano dovrebbe avere quelle di balena, a partire dai centri in cui sono avvenuti i ritrovamenti paleontologici”.

Chiusano è partita per prima e ieri ha inaugurato l’opera, realizzata su bozzetto di Coffano dal fabbro Paolo Scandiuzzi (Montiglio Monferrato) e dai volontari della Pro loco, che hanno rivestito la sagoma di ferro con resti di potature. L’Agrigarden Rilate Verde, con sede a poca distanza dall’area attrezzata in cui si trova la scultura, ha gratuitamente collocato sul basamento teli azzurri e fiori bianchi per rendere l’idea del mare e la spuma delle onde: così Marcellina ha conquistato tutti.

Già, perché da ieri la balena ha un nome, indicato da un’abitante del paese, Pierina Bosco, unendo due parole: il Mare (Padano) e il nome della cava (Cellino) in cui nel 2003 fu ritrovata la balena fossile conservata al Museo Paleontologico. La signora ha dato per scontato che la balena fosse femmina, per cui il nome è diventato Marcellina. E i bambini, per salutare la nuova arrivata, hanno disegnato balene di carta colorate.

Attraverso la scultura e l’esemplare custodito ad Asti si pensa a progetti di valorizzazione di un territorio unico: “Non capita a tutti di poter dire: andiamo a camminare sul fondo del mare di cinque milioni di anni fa – ha commentato Gianfranco Miroglio, presidente del Parco Paleontologico Astigiano – noi lo possiamo dire in oltre settanta comuni, tanti sono quelli che aderiscono al Distretto“.

Parte dal piccolo paese di Chiusano una progettualità nuova che punta a coinvolgere anche altri comuni: “Oltre alle sculture, facciamo riconoscere i centri sedi di ritrovamenti fossiliferi con eventi dedicati alla paleontologia, unendo storia, scienza e creatività” la proposta di Angela Motta, vice presidente del Consiglio regionale.

Ad ascoltare, anche numerosi amministratori dei centri della zona che, come Chiusano, rientrano nell’elenco dei ventisei comuni coinvolti dal progetto sulla sentieristica “I cammini delle alte colline ombrose e delle colline chiare” finanziato dalla Regione. Come ha spiegato l’architetto Simona Paniati, partendo da Frinco, Chiusano costituirà la prima sosta delle sedici attive, entro la fine di maggio, lungo il cammino (163 chilometri, con termine a Cuccaro Monferrato). La sosta avverrà proprio nell’area attrezzata, ai piedi del paese, dove si trova Marcellina.

L’invito a tutti, comunque, è di andare alla scoperta delle due balene di Chiusano, compresa quella ritrovata dal paleontologo Piero Damarco nella cava della Fornace Cellino e visibile da dieci anni al Museo dei fossili di Asti: “E’ uno dei pochissimi esemplari – ha svelato l’esperto – trovati finora, in Italia, nelle argille. Il che significa che la sua morte è avvenuta in alto mare, cioè il cetaceo non si è arenato sulla spiaggia, come è accaduto ad altre balene dell’Astigiano, ma si è inabissato in profondità”. Per Chiusano un’altra storia singolare da raccontare.