AgCom scende in campo contro il Decreto Dignità

Il garante delle comunicazioni riesce a respingere il divieto di offuscamento delle insegne fisiche. Ma la sua battaglia non si ferma qui.

Più informazioni su

Scende in campo l’AgCom, il garante delle Comunicazioni, in difesa delle agenzie legali di scommesse, investite in pieno dall’uragano del Decreto Dignità. Secondo il disegno, convertito in legge ad agosto 2018 e destinato a diventare operativo nell’estate 2019, tutti i negozi fisici di casinò, slot o scommesse sportive, dovevano smontare o oscurare la loro insegna. Una misura che rientrava nel divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, per proteggere le persone da dipendenze e ludopatia.

Un rischio che è stato scongiurato dall’intervento, tempestivo, di AgCom che riscritto le linee guida, pronte ad essere approvate nelle prossime ore, per aiutare le imprese di scommesse, per fornire un sopporto ai media che offrono le pubblicità. Al loro interno si legge chiaramene come le insegne non siano una forma di pubblicità ma un semplice marchio, che tra l’altro serve a differenziare le agenzie legali da quelle illegali, aiutare l’utente a muoversi e ad essere informato nella selva oscura del gioco. Salve centinaia di piattaforma, oltre a migliaia di tabaccai ed edicole che esponevano i loghi delle scommesse di stato come Lotto, Superenalotto, Totocalcio, Totogol.

Una mossa provvidenziale, quella dell’AgCom, che riceva il plauso anche del Ministero dell’Economia.  Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, infatti, Stato incassa dal settore dei Giochi una cifra enorme di denaro, che nel 2016 ha toccato il record di 10 miliardi di euro l’anno. Applicare in modo spietato il divieto di pubblicità vorrebbe dire minare in maniera forse irreparabile le entrate erariali, con un danno per l’economia tricolore gravissimo. Così l’AgCom, con l’intenzione comunque di salvaguardare la salute mentale degli scommettitori, ha stabilito che le agenzie di strada, i tabaccai e le edicole non potranno mostrare pubblicità esca, di quelle che promettono vincite strabilianti.

La prossima mossa è quella di invitare il Governo ad attenuare il divieto di pubblicità, facendosi carico delle preoccupazioni delle televisioni. A comandare la rivolta la Rai e Sky, a anche Mediaset e Dazn, che potrebbero essere costrette ad offuscare gli sponsor di maglia delle principali squadre di calcio europee, in caso fossero di agenzie di gioco d’azzardo. Un’eventualità tutt’altro che remota visto che in Spagna sono quattro i team che hanno questo tipo di sponsorizzazione e in Inghilterra addirittura nove.

Se la legge italiana non cambierà si dovranno oscurare tutte le magliette, che riportano ad esempio Betway e Marathon Bet, in partite in diretta, highlights, servizi. E così dovranno essere censurate le pubblicità di scommesse dai cartelloni degli stadi inglesi, spagnoli o tedeschi.

Gli effetti del divieto di pubblicità rischiano di oscurare anche le piattaforme online, che da anni operano insieme all’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane per il contrasto del gioco illegale e la diffusione del gioco responsabile. La limitazione degli spot sui motori di ricerca e sui media rischia di provocare una crisi del segmento, oltre ad un potenziale ritorno verso il gioco illegale. Alcuni casinò collaborano da anni con università e istituti di ricerca per la elaborazione e implementazione di test di autovalutazione del rischio patologico e algoritmi di supporto ai clienti, strumenti a disposizione dei consumatori poco pubblicizzati dalla stampa e noti solo agli esperti di settore.

Per questo l’AgCom è scesa in campo in maniera forte e precisa. Il Decreto Dignità, così concepito, rischia di essere una bomba ad orologeria non solo per il gambling, ma anche per la comunicazione, lo sport, il giornalismo e l’economia italiana. Forse è meglio rivedere la legge, già prima dell’estate.

Più informazioni su