Ad Astiss si è parlato di sicurezza e prevenzione degli incidenti

E’ stato il filo rosso della prevenzione a condurre molti astigiani, venerdì scorso, al polo universitario di Astiss per assistere a una serata dedicata alla sicurezza e alla prevenzione degli incidenti.

Sicurezza sui luoghi di lavoro, in auto, a casa, per strada con un occhio di riguardo alle buone prassi che i genitori dovrebbero osservare per garantire ai figli, specie se piccoli, di non correre rischi o pericoli seri. Relatori diversi esperti dell’associazione FormInLife, Formazione Informazione Vita: infermieri e medici specializzati in emergenza e urgenza che, da anni, si occupano di formare e informare i cittadini sull’importanza di saper gestire le emergenze nell’attesa che intervengano gli operatori del 118.

Perché, come spiegato durante la serata, promossa e patrocinata dal Comune di Asti, ogni anno si contano, ad esempio, circa 60.000 morti, solo in Italia, per arresto cardiaco e che diventano 300.000 in tutta Europa: “Il tempo è tiranno – spiega Marco Pappalardo,  presidente di FormInLife – più si allunga, più si accorcia la vita delle persone. Dopo 8, 10 minuti da un arresto cardiaco il cervello inizia a subire danni irreversibili quindi non è possibile attendere i sanitari senza fare nulla, ma siete voi che dovete fare la differenza, con le vostre mani, per ridare la vita a qualcun altro”.

La sicurezza sui luoghi di lavoro è stata illustrata da Fabio Bosticco (RSPP) che ha fornito dati molto preoccupanti: “Nel 2018 ci sono stati 1.133 morti per questioni lavorative, in crescita rispetto al 2017. Il Dlgs 81/2008, quello che regola la sicurezza sui luoghi di lavoro, non basta perché oltre alle regole occorre la cultura della sicurezza”. Bosticco ha lanciato anche il video musicale “Jim’s Story”, del giovane rapper torinese D Trip, che racconta con coraggio ed efficacia il tema della sicurezza sul lavoro. Sempre Bosticco ha fornito una riflessione importante sugli incidenti in auto: “Ben 3 persone al giorno muoiono sul posto di lavoro, 9 in strada di cui 8 perché non indossano la cintura di sicurezza. Di questi 4 si trovano sui sedili posteriori. Secondo una statistica, l’unico tratto delle autostrade dove non avvengono mai incidenti è quello compreso nei 5 minuti successivi a un incidente. Perché? Perché vedendo uno schianto, magari con il morto ancora coperto sull’asfalto, ci scatta la consapevolezza dei rischi che corriamo. Poi, però, dopo 5 minuti torniamo guidare come prima”.

Come viaggiare sicuri in auto, quando si trasportano bambini, è stato spiegato da Michela Cavallotto del team di FormInLife. Molto interessante l’intervento di Michele Servalli, Ceo di Remmy CarBabyAlert. Servalli è ideatore, insieme a Carlo Donati, di Remmy, un dispositivo che si piazza sotto la seduta di un qualsiasi seggiolino per auto e, collegato all’accendisigari, segnala, a motore spento, se il bimbo si trovi seduto a bordo. Un dispositivo progettato nel 2013 dopo l’ennesimo bambino morto in auto perché “dimenticato” dal padre. “Eppure – precisa Servalli – nella maggior parte dei casi non si può parlare di dimenticanza perché il genitore è convinto di averlo portato a scuola. Si tratta di un falso ricordo, un’amnesia dissociativa perché il cervello ti dice di aver fatto qualcosa che in realtà non è mai avvenuta”.

Dal 1 luglio ogni seggiolino che trasporta bimbi sotto i 4 anni dovrà essere dotato di un dispositivo anti abbandono come quello ideato da Servalli.

A Ilaria Varese, specialista in anestesia e rianimazione, anch’essa istruttrice di FormInLife, il compito di illustrare l’importanza di creare ed estendere la catena della sopravvivenza pediatrica tenuto conto dei numeri forniti dall’OMS: “Ben 830.000 bambini muoiono ogni anno nel mondo a causa di incidenti. Di questi 260.000 a seguito di incidenti stradali, 175.000 annegati in corsi d’acqua, al mare, in piscina o a casa, 96.000 perdono la vita per ustioni, 47.000 per cadute accidentali e 45.000 dopo avvelenamenti dopo aver ingoiato medicinali, detersivi o altri prodotti che teniamo in casa”. In media ogni minuto muore un bambino e mezzo, un dato impressionante che può e dev’essere ridotto seguendo il filo rosso della prevenzione.