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Speciale 118 Sindaci: intervista a Giovanni Avidano, ViceSindaco di Rocca d’Arazzo

118 Sindaci: incontriamo Giovanni Avidano, ViceSindaco di Rocca d’Arazzo con funzione di Sindaco ai sensi dell’Art. 53 c.1 Decreto legislativo 267/2000, a seguito della prematura scomparsa del Sindaco in carica Pierluigi Berta. 

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

Da bambino penso proprio di no. Però già in gioventù mi era successo di incontrare persone che avevano “sentenziato” in qualche occasione pubblica, indicandomi: “Questo giovane sarà un giorno sindaco”.

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Nel 1990 sono entrato a far parte del Consiglio Comunale. Nel 2004 mi era stata proposta la candidatura a Sindaco. Accettai anche perché stavo quasi andando in pensione e pensavo che avrei avuto tempo per dedicarmi al bene del paese. 

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

A parte le esperienze già citate ero già stato anche membro della Commissione Edilizia nelle legislature precedenti.

Inoltre, nel mio lavoro da dipendente tecnico di aziende pubbliche avevo già molta esperienza sui modi di operare delle Pubbliche Amministrazioni.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Conoscendo il territorio, Il mio primo pensiero è stato quello di darsi da fare per tenerlo efficiente e cercare di migliorarlo.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Nel mio primo anno da sindaco, il 2004, ho avuto dei grossi problemi con l’acquedotto comunale. Avevamo ancora noi in paese la gestione dell’acquedotto e avevamo molte perdite sulla rete idrica.

Essendo stato appena eletto ero particolarmente motivato alla risoluzione del problema. Siamo riusciti a trovare la soluzione dopo molti sopralluoghi e indagini e non è stato facile.

In quegli anni ci sono stati anche i problemi causati dalle nevicate. Con le molte strade comunali che abbiamo sul territorio a volte non si riusciva a finire lo sgombero che già le strade sono di nuovo intasate, nonostante avessimo due mezzi a disposizione.  

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Lavori pubblici e, la manutenzione delle nostre strade.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Il “Muro dei Capperi”. Mi ha dato, forse, la soddisfazione più grande perché sono riuscito ad avere un finanziamento di 850.000 Euro dal Ministero dell’Ambiente, che mi sono serviti per ripristinarlo.

Ma ce ne sono tanti altri, tipo la sistemazione e la riqualificazione e la sistemazione del centro del paese, dei locali del comune, del Polo Museale del Tamburello “Tambass” e la messa in sicurezza del campo sportivo e del cimitero ecc.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Mi piace molto, e sempre, comunicare in maniera diretta. Faccio riunioni con gli amministratori e con i concittadini per spiegare il lavoro fatto e quelli che sono in programma.

Personalmente non utilizzo molto i mezzi tecnologici moderni.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Soddisfatto sì,di questa esperienza amministrativa..

Per la eventuale continuazione penso di no. Ma spero fortemente che ci sia qualcuno valido per ricoprire questo ruolo.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Noi sindaci diamo suggerimenti, che però, in parte, non vengono recepiti. Oggi il nostro ruolo è così condizionato da leggi e regolamenti da rispettare dove non è facile proporre innovazioni.

Comunque, in linea di massima, potrei consigliare ai miei colleghi di impostare dei rapporti di massima fiducia con i propri collaboratori.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Più poteri al sindaco. Oggi ci sono troppi blocchi su cose che con iniziative locali si risolverebbero subito e a costi decisamente inferiori q quelli previsti nelle procedure imposte dallo Stato.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Abbiamo installato delle telecamere, che sono servite per ricostruire incidenti o per controllare l’andirivieni presso le nostre zone “Ecologiche”.

Ci sono anche delle persone che si sono unite per garantire la salvaguardia del territorio, c’è una specie di Controllo del Vicinato.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio? 

C’è il COGESA che, su segnalazione del Comune, aiuta i cittadini che hanno bisogno di assistenza.

All’inizio del mio primo mandato (2004) c’erano in paese due associazioni denominate “Progetto Civico” e “Banca del Tempo”, che erano finanziate dalla Regione e che servivano a dare un aiuto a persone che avevano bisogno di assistenza. Dal 2014 ci sono meno finanziamenti pubblici e le due associazioni hanno in pratica chiuso la loro attività.

Comunque, per i casi di necessità, qualche cosa cerchiamo di farla, ma non si può fare molto.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

Su territorio sono presenti: la Pro Loco della Frazione Santa Caterina famosa a livello regionale per i sui agnolotti; la Bocciofila della frazione San Carlo, la Società Operaia di Muto Soccorso della Frazione Sant’Anna; il Gruppo Alpini, della sezione di Rocca d’Arazzo e il gruppo degli “Amici di Rocca” che opera per le festività patronali e sportive del capoluogo. Le persone che si prodigano per le nostre associazioni sono tutte volontarie ed entusiaste di promuovere il nostro territorio.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Un po’ dei miei sogni che avevo all’inizio dei miei primi due mandati (2004-2014) li ho realizzati. Ora non ne ho perché vorrei chiudere questa mia esperienza amministrativa.

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