Regionali, come si muoverà il centrodestra? A Cirio manca solo il placet di Salvini

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Tutto ruota attorno alla figura di Alberto Cirio. L’eurodeputato albese, che dovrebbe essere il candidato in pectore delle prossime elezioni regionali che si terranno il 26 maggio, è il convitato di pietra della partita politica che si sta giocando in queste ore nei palazzi della politica per definire lo schieramento dei candidati alla presidenza della Regione Piemonte.

Il punto della questione è che per Cirio non è ancora arrivato il placet di Matteo Salvini, leader della Lega e grande azionista della colazione in Piemonte. La Lega, forte di un 33% a livello nazionale, potrebbe azzardare il colpo e decidere di fare da sola ai piedi delle Alpi, assistendo un gancio micidiale agli alleati di Forza Italia e reggendosi bene su Fratelli d’Italia. Un pensiero che, in casa leghista è qualcosa più di una tentazione.

Perché se è vero che in Sardegna e Abruzzo il partito di Salvini è andato molto bene, è altrettanto chiaro che quelle regioni erano e sono tuttora per la Lega terra di conquista, con un radicamento ben diverso dal Piemonte. Una vittoria della Lega da sola in Piemonte, magari vidimato dal risultato delle Europee, sarebbe per il Carroccio la dimostrazione numerica del primato all’interno dell’area di centrodestra.

Probabilmente, prima di arrivare a queste conclusioni, bisognerà ancora aspettare il risultato della Basilicata (24 marzo). Un attendismo che potrebbe però anche significare (e questa è l’ipotesi più probabile) che il placet di Salvini possa tardare per dimostrare i veri rapporti di forza all’interno della coalizione. Se così fosse, per Alberto Cirio sarebbe solo questione di qualche settimana.

Un’altra questione però si profila all’orizzonte e si gioca sui banchi della politica nazionale. Sia Alberto Cirio che la Lega sono fortemente Si Tav: come si giustificherebbe di fronte all’elettorato piemontese un diniego, o anche solo un rinvio dell’opera?

Alessandro Franco

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