Pietragalla e Cotto al campo rom di Asti: “Andare a scuola non deve essere un optional”

È di questi giorni la notizia di temporanea sospensione del servizio scuolabus, che il Comune da anni assicura la regolare frequenza scolastica dei circa 60 alunni del campo rom di via Guerra, verso la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria.

Questo dovuto a qualche intemperanza di troppo dei bambini nei confronti dell’autista, che ha messo in discussione il regolare svolgimento del trasporto tra casa e scuola.

In via Guerra convivono due realtà separate, i Sinti al confine della ferrovia in una situazione di casette e roulotte ordinate e poco dopo il campo Rom, dove, in una situazione al limite del vivere civile tra pozzanghere, rifiuti, e ogni materiale immaginabile, vivono numerose famiglie.

“La frequenza a scuola è un tassello importante per crescere con altri e apprendere comportamenti regole e sapere, utili a crescere”. Questo quanto evidenziato lunedì scorso, 11 marzo, in via Guerra dalle assessore all’Istruzione Elisa Pietragalla e alle Politiche Sociali Mariangela Cotto e dalla magistrata Donatella Masia del Tribunale di Asti che hanno ribadito come “l’obbligo scolastico va rispettato fino ai 16 anni evitando di incorrere a segnalazioni cui dare seguito con processi e sanzioni”.

Il fenomeno della dispersione scolastica e l’insuccesso formativo che ne consegue, registra dati poco rassicuranti. Tra gli alunni residenti al campo di via Guerra, sono oltre 20 gli inadempienti e per diversi di questi si è proceduto alla segnalazione alla Procura come previsto dalla legge.

Un dato preoccupante per cui “chiarezza nel richiamare i genitori, per garantire responsabilmente la frequenza scolastica dei figli, e mantenere una linea di dialogo, come ne è prova l’incontro odierno”.

L’obiettivo è trovare una soluzione che permetta di continuare a offrire ai ragazzi opportunità, risucchiati altrimenti da modelli e da un contesto che può solo offrire repliche e sconfitte.