La Fondazione Giovanni Goria presenta alla città il documentario sulla migrazione albanese foto

Erano i primo giorni di marzo del 91, quando all’orizzonte della costa adriatica dell’Italia meridionale, fecero la loro apparizione le navi che con il loro carico umano hanno segnato l’inizio di quello che sarebbe stato chiamato l’esodo degli albanesi.

Chi erano le persone su quelle navi? Perché partivano? E dove sono oggi, 28 anni dopo?

Un documentario prova a raccontarlo. Frutto del lavoro di oltre due anni che punta a ricostruire i fatti attraverso le testimonianze dei protagonisti che negli anni ’90 migrarono dal Paese delle Aquile verso l’Italia, il Paese di fronte.
La Fondazione Giovanni Goria lo presenterà alla cittadinanza, venerdì 22 marzo.

La proiezione del documentario (40 minuti) inizierà alle 20.45 allo Spazio Kor, presenti l’On. Margherita Boniver e l’On. Vincenzo Scotti, che nel ’91 ricoprivano rispettivamente la carica di Ministro dell’Immigrazione e Ministro dell’Interno.
Non solo. Saranno numerosi i testimoni perché il documentario ha coinvolto in nove interviste, chi il 7 marzo salì su quelle navi brulicanti di uomini e chi si trovò a gestire l’emergenza su due livelli: nazionale e locale. Saranno presenti Giorgio Galvagno, Sindaco di Asti nel 1991 e Beppe Passarino -allora uno dei delegati del gruppo Scout per l’accoglienza che nel documentario hanno ricostruito l’esperienza della Caserma Colli di Felizzano.

Si ascolterà la voce di chi oggi considera Asti la sua città, luogo in cui sono nati i propri figli. Musicisti come Leonard Plumbini e sua figlia Jane, la mediatrice culturale Sabina Darova che ha raccontato la sua storia e la nascita della sua professione, Martino Bashaj nel ricordo toccante del suo viaggio e nella consapevolezza di avere dato alle sue figlie una vita diversa. Una vita nuova.

Si parlerà di presente e futuro con le testimonianze di Hasan Bulcari, Vicepresidente di Assoalbania Piemonte e Artan Sadikaj, costantemente al lavoro per costruire un centro culturale albanese nella nostra città.

Dopo l’introduzione di Marco Goria Presidente della Fondazione e di Benko Gjata, giornalista e Presidente del Centro di Cultura albanese di Torino, si entrerà nel vivo di questa densa serata. A coordinarla sarà il giornalista Carlo Cerrato, Segretario Generale della Fondazione Giovanni Goria e l’incontro sarà valido per la formazione dei giornalisti che possono iscriversi sulla piattaforma SIGEF.
Nel 1991, quando l’Italia diventò improvvisamente terra di immigrazione, dopo essere stata per lungo tempo pat

ria di emigranti. Il 7 marzo 1991, con i primi sbarchi a Brindisi, l’Italia scoprì di essere una terra promessa per le popolazioni balcaniche e in particolare degli albanesi, uno di quei paesi andati in frantumi dopo la caduta del muro. Dall’Albania si vedono le coste italiane, eppure attraversare quel tratto di mare, quella notte, fu un viaggio lunghissimo.

L’Italia era impreparata, l’accoglienza fu improvvisata e furono smistati sul territorio italiano. Ad Asti, presso la Caserma Colli di Felizzano.
A maggio, nella nostra città, si registrarono più di 600 arrivi. Da quella prima imponente ondata migratoria, sono passati 28 anni. Non fu un momento facile e la ricostruzione punta a restituire una fotografia non edulcorata di ciò che è stato.
La regia del documentario è di Alessio Mattia.

Le interviste sono a cura della giornalista Alessia Conti, e comprendono le ricostruzioni di chi si trovò a gestire l’emergenza. Partendo dal nazionale il Ministro dell’Interno di allora Vincenzo Scotti e l’On. Margherita Boniver fino ad arrivare a fare un focus particolare sulla nostra città.

Asti nel 2018 è profondamente diversa da quella che era nel 1991. E’ una città dove, dicono i dati, le imprese straniere sono in costante crescita, dove gli imprenditori extracomunitari sono in maggioranza albanesi.

Oggi gli albanesi sono diventati cittadini italiani e astigiani, eppure all’inizio sono stati i più stigmatizzati dal pregiudizio etnico. Un processo di integrazione che per molti aspetti può dirsi riuscito ma come? In quali forme? Con quali difficoltà? Con quali tempi? Questo dialogo tra passato e presente mette in relazione nuovi cittadini, nuove generazioni e la cittadinanza tutta, in esperienze di convivenza e conoscenza reciproca. Il documentario ha vinto, nell’ambito dell’Asti Film Festival, il riconoscimento “Asti città di cultura”.

Marco Goria, Presidente della Fondazione Giovanni Goria, commenta: “Si tratta di un lavoro in cui abbiamo creduto molto insieme alla Compagnia San Paolo che l’ha finanziato e a tutti i testimoni che hanno accettato di parlare con noi. Una storia che mancava e che meritava di essere raccontata. Abbiamo in animo di diffondere il documentario a tutte le scuole secondarie di secondo grado e non solo, lasciare questo lavoro di approfondimento alla città.”

Realizzato con la preziosa collaborazione della Fondazione Vera Nocentini di Torino, Il Centro di Cultura Albanese, il Piam (Progetto Integrazione Accoglienza Migranti), Libera Asti e il Consorzio Coala.