Fa discutere l’intitolazione a Davide Lajolo della sala della Biblioteca di Nizza

L’inaugurazione della sala al piano superiore della Biblioteca civica “Umberto Eco” di Nizza Monferrato porta con sé uno strascico di polemiche.

La scelta di intitolare il nuovo spazio al cittadino onorario “Davide Lajolo”, infatti, non è andata giù all’ex amministratore Pietro Balestrino che negli scorsi giorni ha espresso la propria contrarietà in una lettera, da lui edita e resa pubblica, in cui, accanto alle motivazioni che lo hanno spinto a manifestare il dissenso, proponeva una lista di nomi di personalità a suo dire più meritevoli per l’attribuzione dell’intitolazione.

Tra i nomi proposti da Balestrino troviamo il Prof. Alberto Migliardi, storico nicese, Gallo Giuseppe detto Pino morto nei campi nazisti, Pesce Giuseppe, Comandante dei vigili urbani ad Opicina (Trieste) nato a Nizza Monferrato l’11.05.1898 la cui salma è stata trovata nelle Foibe di Temenizza (nei pressi di Merna – Castagnevizza, Gorizia), Venerabile Paolo Pio Perazzo o ai nicesi Arzani, Spadaro e Gandini uccisi dai partigiani comunisti.

Balestrino conclude la sua lettera chiedendosi “Cosa ha fatto Davide Lajolo per Nizza? Una piazzetta a lui intitolata ed una sala per esposizioni dei suoi quadri a Palazzo Crova, a spese nostre, è già FIN TROPPO.”

La replica alle parole di Balestrino dell’assessore alla Cultura Ausilia Quaglia non si è fatta attendere: “Ci teniamo a precisare che l’intitolazione a Davide Lajolo della sala della Biblioteca civica di via Crova non è stata una decisione presa dall’attuale amministrazione comunale. L’inaugurazione del nuovo spazio, che ha avuto luogo lo scorso 19 gennaio, faceva seguito al taglio del nastro avvenuto ufficialmente il 9 aprile del 2016: già allora, infatti, la sala era stata intitolata al partigiano e scrittore di origini vinchiesi. Dopo quella data, però, lo spazio era rimasto chiuso in quanto non agibile, dal momento che non era stata ancora costruita la scala per l’uscita di emergenza, e non usufruibile, perché privo di proiettori e di schermo, indispensabili per le presentazioni e le conferenze. È stato possibile portare a termine definitivamente tali importanti interventi e migliorie solo di recente grazie al contributo del Comune e della Fondazione Cr Asti. Pertanto, alla luce di queste doverose precisazioni, è bene notare che le accuse sollevate dal sig. Balestrino non tengono minimamente l’operato dell’attuale amministrazione. Mi pare strano che una persona così attenta si sia persa un anello temporale di grande rilevanza come quello appena illustrato.”