Arrestati i vertici della Blutec Spa, la preoccupazione dei sindacati astigiani

E’ di questa mattina la notizia dell’arresto da parte dei finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, dell’Amministratore Delegato e del Presidente del Consiglio di Amministrazione della Blutec S.p.A., azienda con sede a Pescara, ma con diversi stabilimenti in tutta Italia tra cui anche ad Asti.

Le indagini che hanno portato agli arresti domiciliari dei due dirigenti sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese, e, oltra all’ordinanza di custodia cautelare, hanno portato anche al decreto di sequestro preventivo per 16 milioni di euro.

Gli indagati sono accusati di aver distratto ingenti finanziamenti pubblici, erogati da INVITALIA (per conto del Ministero dello Sviluppo Economico), per sostenere il programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese (PA), che prevedeva la realizzazione di una nuova unità produttiva presso gli opifici della ex impresa FCA Italy S.p.A. per la produzione di componentistica automotive.

L’azienda, costituita nel 2014, con sede in Pescara, ha sottoscritto nel 2015 l’accordo di programma con i dicasteri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la Regione Siciliana e il Comune di Termini, per un importo complessivo di circa 95 milioni di euro, chiedendo agevolazioni pubbliche per oltre 71 milioni di euro (67 milioni per finanziamento agevolato e 4 milioni a fondo perduto).

A partire dal dicembre 2016, sono stati erogati alla società circa 21 milioni a titolo di anticipazione.

Le indagini, svolte tramite l’ausilio di complessi riscontri finanziari, ispezioni, perquisizioni, di una consulenza tecnica e dell’assunzione di informazioni nei confronti di dipendenti e fornitori della B., hanno consentito di dimostrare che almeno 16 dei 21 milioni di contribuzioni pubbliche non sarebbero mai stati impiegati per i fini progettuali previsti, né restituiti a scadenza delle condizioni imposte per la realizzazione del progetto (31 dicembre 2016, termine poi prorogato fino al 30 giugno 2018).

Alcune spese sono state giudicate non ammissibili, in altri casi i fondi pubblici sono stati utilizzati per l’acquisto di beni (ad esempio software) impiegati a beneficio di altre unità produttive dell’azienda site fuori regione e non presso il polo industriale di Termini Imerese.

A tutt’oggi, nonostante la revoca del finanziamento intervenuta ad aprile del 2018, le procedure di restituzione non sono state ancora avviate.

Nel corso della giornata sono state eseguite perquisizioni su tutto il territorio nazionale, anche presso lo stabilimento di Asti. L’azienda (il cui valore supera i cento milioni di euro) e le sue numerose unità locali sparse in tutto il territorio italiano, compreso lo stabilimento di Termini Imerese, sono state sequestrate al fine di evitare la prosecuzione di condotte di malversazione e affidate a un amministratore giudiziario, che avrà il compito di assicurare la continuità aziendale della società.

La notizia ha subito destato la grande preoccupazione dei sindacati che hanno emesso un comunicato stampa congiunto che di seguito riportiamo.

“Le OO.SS FIM/CISL – FIOM/CGIL – UILM/UI L unitamente alle RSU aziendali e alle maestranze esprimono grave preoccupazione per le vicende giudiziarie che coinvolgono i vertici aziendali dello stabilimento BLUTEC Spa sito in Strada Cascina cauda, 5 – Asti.

Rammentiamo che era già fortissima la preoccupazione delle lavoratrici e lavoratori per le pendenze arretrate del Fondo di sanità integrativa (Metàsalute), del Fondo di pensione complementare (Cometa) e per mancanza di un piano industriale trasparente e serio. Oggi la situazione è peggiorata e si mette a rischio l’occupazione di oltre un centinaio di lavoratori complessivamente coinvolti nello stabilimento di Asti. Sarebbe un ulteriore colpo sulla situaz ione produttiva e occupazionale ad Asti e Provincia che è già segnata da una profonda crisi.

Per questi motivi, chiediamo urgentemente l’intervento delle istituzioni locali e nazionali e/o la convocazione di un tavolo atto ad evitare proteste spontanee, sospensioni dall’attività lavorativa e conseguenze gravissime ai lavoratori e le loro famiglie ma soprattutto per trovare tutti gli strumenti utili che diano garanzia e certezza alle maestranze.

Inoltre, nei prossimi giorni decideremo con le lavoratrici e lavoratori le iniziative da intraprendere necessarie per salvaguardare i livelli occupazionali.”