Alla Biblioteca di Nizza Monferrato la presentazione del nuovo libro di Chiara Gambarino

Venerdì  22 marzo presso la Biblioteca Civica Umberto Eco di Nizza Monferrato, si terrà la presentazione del nuovo libro di Chiara Gambarino “La felicità non sta mai ferma”.

Cultura

Il libro parla della storia autentica di un bambino difficile, di una madre tenace e degli ostacoli che hanno dovuto affrontare per ottenere una diagnosi corretta e vincere i pregiudizi.

“ADHD: quando pronuncio queste quattro lettere c’è sempre qualcuno che mi guarda come se parlassi di una malattia infettiva, o di una branca deviata dei servizi segreti. A volte mi capita di dire soltanto: «Mio figlio è iperattivo», ma anche quella è una parola complessa, che contiene tanto dolore e tanta bellezza nello stesso tempo.”

Tutti i genitori hanno numerose storie da raccontare sui disastri, piccoli o grandi, comici e meno comici, combinati dai figli piccoli: vasi infranti, brutte figure in pubblico, reazioni scomposte al parco giochi. Chiara ne ha più di tutti. Leo si è annunciato che ancora era nella pancia: con qualche calcio ben assestato staccò la cartilagine di una costola a Chiara.

E quando è uscito dalla pancia è stato subito un bambino ribelle, che non stava fermo un attimo, che non ubbidiva come gli altri bambini, che aveva reazioni imprevedibili e violente. Ma era anche un bambino dolce, intelligente, capace di dare e ricevere affetto. Come mai Leo non si calmava, come tutti (nonni, pediatri, maestre d’asilo) assicuravano che avrebbe fatto, col tempo?

Perché non si riusciva in nessun modo a farlo comportare da “bravo bambino”? Come lottare contro l’opinione che andava formandosi in paese, secondo cui il bambino era un teppistello maleducato e Chiara una cattiva madre? Per fortuna, con l’aiuto di una psicologa infantile, pian piano la situazione si è chiarita ed è emerso che Leo soffre di un disturbo dell’attenzione e di iperattività: una sindrome dai contorni ancora poco definiti, che spesso si nasconde dietro l’acronimo ADHD e di cui si sa molto poco, nelle famiglie e nelle scuole, nonostante le diagnosi si stiano in questi anni moltiplicando.

Ora Leo ha dieci anni, in paese cominciano a conoscere la sua diagnosi, a scuola hanno finalmente capito che non si trattava di maleducazione o svogliatezza, e le cose vanno meglio. Le difficoltà quotidiane sono tante, ma ora Chiara sa che il suo è un bambino speciale, più problematico degli altri, ma altrettanto intelligente, beneducato, sensibile e buono. E vuole raccontare la loro storia a tutti, perché sempre meno genitori si ritrovino smarriti di fronte a bambini difficili, sempre meno insegnanti li trattino come piccoli delinquenti, sempre meno persone li giudichino, li isolino, non li capiscano.