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Speciale 118 Sindaci: intervista a Roberto Campia Sindaco di Castellero

118 Sindaci: incontriamo Roberto Campia, Sindaco di Castellero.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No.

 Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Erano alcuni anni che il paese sembrava dovesse morire, non c’erano iniziative, poca collaborazione tra Amministrazione e volontariato locale. Eravamo nel 1995. Ho cercato un gruppo di persone che avessero voglia di fare, e abbiamo presentato una lista di candidati, con me capolista.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

No. Avevo già qualche esperienza con un altro tipo di pubblico perché ho sempre fatto formazione in campo lavorativo.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Che mi sarei messo a disposizione di tutti, anche se poi in seguito, ho realizzato che accontentare tutti, è impossibile.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Inizialmente, quando ancora lavoravo, mi sono dovuto inventare come confrontarmi con i miei nuovi collaboratori per cui ogni sera passavo in Comune e studiavo cosa doveva fare un Amministratore Pubblico e scambiavo i cosidetti “pizzini” con l’impiegata, per il da fare quotidiano.

Ho dedicato molte giornate delle mie ferie per seguire incontri, riunioni, ecc. ecc.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

In realtà non c’è una materia o un argomento a cui si deve dedicare più tempo, tutte le attività devono destare interesse se sono rivolte al miglioramento della comunità. La cosa negativa e che ci sono perdite di tempo eccessive per la forte burocrazia a cui sono sottoposti gli uffici e di conseguenza i sindaci.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Non uno specifico, ma tanti nei miei 24 anni da amministratore. Forse il maggiore è di aver trasformato la piazza Municipale in una terrazza, le cui pareti, con il verde verticale, sono un bello spettacolo sul Monferrato.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Ormai i modi sono i più variegati, ma il più usato è sicuramente  WhatsApp, con i diversi gruppi tra i quali il più recente è quello del “Controllo del Vicinato”.

Anche MUNICIPIUM come Comune in rete, ci consente di interagire con gli uffici degli altri comuni.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Soddisfatto, ma conta anche molto la collaborazione dei dipendenti e colleghi amministratori.

Per altri mandati ci sto pensando, perché forse è il momento di lasciare a qualche candidato più giovane, in un momento in cui il Comune ha raggiunto obiettivi importanti.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

La prima cosa è quella di collaborare sin dagli inizi con la minoranza e di ascoltare tutte le voci che si levano dai cittadini, specialmente quelli scontenti.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Meno burocrazia, meno enti statali che tra loro non collaborano, evitare di propagandare bandi che poi non hanno fondi strutturali sufficienti o che vengono risolti con un clic sulla tastiera del PC, che premiano i Comuni in dissesto finanziario a discapito di quelli bene amministrati.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Recentemente sono preoccupati per i continui furti a volte anche violenti, che leggono attraverso gli organi di informazione. Cerchiamo di contrastare questa delinquenza, come ho già detto, con i gruppi di vicinato e prossimamente con un impianto di videosorveglianza nelle diverse vie di accesso.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

In un comune come il nostro di piccole dimensioni, i bisogni sociali sono contenuti, ma si sono incrementati specialmente sulla popolazione più giovane, in quanto a loro mancano le dovute certezze.

Abbiamo realizzato dei progetti finanziando le giovani coppie, i nuovi nati, e con contributi sul piano colore per chi intendeva tinteggiare la propria casa.

Siamo associati al COGESA che segue i casi assistenziali (al momento abbiamo una sola famiglia in queste condizioni).

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

Sì. La Pro Loco, il Gruppo Alpini, il Gruppo Protezione Civile, il Gruppo Volontari in pensione, danno la loro disponibilità nel momento in cui si decidono interventi dove l’unione fa la forza.  

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

In questi anni amministrativi ho sempre perseguito il sogno che un giorno, il Castello, tornasse ad essere un riferimento importante per il territorio e la popolazione, visto che accompagna il nome stesso del paese.

Forse, adesso, siamo sulla strada giusta.

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