“Mutamenti” del territorio vitivinicolo del Monferrato Astigiano: due mostre fotografiche al Michelerio

Venerdì 22 febbraio, alle 17.30, nella cornice dell’ex Chiesa del Gesù (complesso del Michelerio, corso Alfieri 381) sarà inaugurata la mostra fotografica “Mutamenti – ambiente, paesaggi, architetture attraverso immagini di tre secoli”.

Un evento espositivo nato dai materiali prodotti nell’ambito del progetto della Fondazione Giovanni Goria “Un secolo di modificazione del paesaggio e del territorio vitivinicolo del Monferrato Astigiano”, realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.

Per la prima volta è stato svolto uno studio iconografico di come è mutato il territorio vitivinicolo del Monferrato Astigiano e non solo, nell’arco di oltre cento anni. Le campagne fotografiche realizzate nel 2017 e nel 2018 hanno permesso un’analisi storica e socioeconomica del nostro territorio.

La mostra, accolta con interesse dal Parco Paleontologico Astigiano, è composta da due sezioni diverse con, come filo conduttore, il nostro territorio.
Da un lato “Secondo sguardo – Asti, Monferrato e Langhe da Secondo Pia ad oggi”.
Il fotografo Franco Rabino, partendo dallo studio del lavoro dell’astigiano Secondo Pia, di professione avvocato ma fotografo per passione, conosciuto ai più per aver impresso per primo l’immagine della Sindone durante l’ostensione del 1898, ha individuato una serie di immagini, concesse dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, caratterizzanti del territorio e delle architetture dei paesi della nostra provincia. Nell’arco di oltre due anni si è recato nello stesso luogo, cercando, dove possibile, la stessa angolazione, la stessa inquadratura e la stessa luce.
L’analisi dei risultati ottenuti da queste immagini è stata affidata al naturalista Franco Correggia che ha evidenziato e spiegato i mutamenti del paesaggio avvenuti nell’arco di oltre un secolo. Paesaggio nel quale si riconosce l’impronta dei fossili, come possono vantare i territori del Distretto Paleontologico Astigiano e del Monferrato.

La seconda sezione, “Frammenti di utopia – Cantine Sociali nell’Astigiano, segni di stagioni controverse” è stata affidata invece al fotografo Pierluigi Fresia che ha iniziato la sua scoperta del territorio partendo dall’elenco delle Cantine Sociali presenti nello studio di Gianni Goria del 1969. L’On. Goria ai tempi, giovane neolaureato di economia, era uno dei componenti dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Asti al quale l’allora Presidente Giovanni Borello affidò l’analisi dei dati delle cantine sociali della Provincia di Asti. La ricerca, ‘Aspetti e dimensioni del fenomeno delle Cantine Sociali Astigiane’ ancora oggi unica nel suo genere, venne pubblicata nel gennaio del 1969, esattamente cinquanta anni fa.

Questa campagna fotografica ha permesso di realizzare un documento sullo stato attuale degli edifici realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento per ospitare le oltre quaranta Cantine Sociali dell’Astigiano Un focus sulla situazione di oggi, quando, come dice l’autore degli scatti ‘mi è sembrato di vederle per la prima volta, come se si fossero finalmente mostrate ai miei occhi, con le loro forme a volte sgraziate, imponenti costruzioni dalle architetture ardite che stridevano con la dolcezza delle colline’. Alcune oggi versano in stato di totale abbandono, altre sopravvivono, altre ancora sono casi di successo. Un fenomeno che ha accompagnato la storia e l’evoluzione delle nostre campagne, la cui analisi è stata affidata allo storico Mario Renosio, al ricercatore Luigi Varbella e al giornalista, ai tempi parte dello staff dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Asti, Vittorio Ravizza.
Questa campagna ha inoltre offerto l’occasione per riproporre in ristampa anastatica, accanto ai due cataloghi di Franco Rabino e di Pierluigi Fresia, anche la ricerca di Gianni Goria, ancora oggi l’unico studio socio-economico dedicato all’argomento. Un documento ormai introvabile che sarà così messo a disposizione di studenti e ricercatori oltre che delle biblioteche locali.

L’intero progetto ha messo in relazione Enti, studiosi e ricercatori di realtà diverse da cui, come sottolineato da Marco Goria, Presidente della Fondazione Giovanni Goria e da Carlo Cerrato, Segretario Generale e responsabile del progetto, discenderanno certamente ulteriori occasioni di approfondimento e ricerca sui temi della trasformazione del paesaggio.

La visita della mostra, compresa nel biglietto d’ingresso al Museo Paleontologico, sarà possibile dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 17, sabato e domenica dalle 11 alle 18, (martedi chiuso), fino al 24 marzo 2019.

Per informazioni: segreteria@fondazionegiovannigoria.it; 0141231496