“Filari di luce”: da venerdì al Museo Paleontologico di Asti una mostra che racconta lo spirito del Monferrato

Vigne, colli boscati, villaggi, le Alpi viste dalle colline e gli infernot patrimonio dell’Unesco: cinque elementi di una chiave di lettura unitaria che avvicinano a un territorio straordinario, quello del Monferrato, e compongono la mostra fotografica “Filari di luce”.

Un lavoro d’immagini accurato ospitato dall’8 febbraio (inaugurazione alle 17.30) al 24 marzo nelle aule didattiche del Museo Paleontologico: la prima di una lunga serie di mostre ed eventi che si susseguiranno, durante l’anno, negli spazi del Michelerio.

Si comincia dai “Filari di luce” di Silvano Ghirardo, Alberto Maffiotti, Domenico Rota, appassionati fotografi semi-professionisti, ma anche affascinati cultori della terra ritratta.

“Il Monferrato – sottolineano – è un territorio singolare ed unico. Un’isola, un arcipelago dove picchia il sole, soffia il vento senza ostacoli e la luce è accecante. Un arcipelago formatosi da un mare antico evaporato milioni di anni fa, dove lo sguardo può spaziare tra le pieghe della terra inseguendo orizzonti lontani, linee perfette. Una visita che colma gli occhi di colori ed i polmoni di aria fresca. Oggi questa terra, il Monferrato Casalese ed Astigiano, è tutelata dall’Unesco”.

Non a caso l’esposizione, promossa dal Parco Paleontologico Astigiano, è a cura del Club per l’Unesco di Vignale Monferrato in collaborazione con Club per l’Unesco di Asti e Centro per l’Unesco di Torino.

La mostra non si limita ad arricchire lo sguardo, ma induce a studiare e apprezzare più in profondità l’identità del territorio che Ghirardo, Rota (entrambi alessandrini) e Maffiotti (torinese) conoscono bene. Spiegano, infatti, che “il Monferrato rappresenta tra le terre del Piemonte collinare l’area dove meglio si è mantenuto lo spirito del luogo, il ‘genius loci’, fatto di antichi gesti, dove gente talvolta brusca e spigolosa ma sempre cortese è divenuta fiera conservatrice della ruralità dei luoghi che neppure la cultura dei consumi e la tecnologia dilagante e globalizzante sono riusciti a scalfire nell’intimo. Visitare la mostra permette di immergersi in queste atmosfere e in questi sublimi paesaggi”.

Dopo i popoli del mondo ritratti da Sergio Ardissone e l’impertinente Pinocchio dipinto da Filippo Pinsoglio, il Parco Paleontologico torna alle origini. “Lo spirito di ‘Filari di luce’ – ricorda il presidente Gianfranco Miroglio – è lo stesso con cui conduciamo i visitatori nelle aree protette: ricerchiamo le nostre radici e ci immergiamo in un paesaggio sorprendente ma fragile, come i reperti del Museo Paleontologico. Bisogna avere consapevolezza della bellezza che ci circonda ma anche dell’impegno che ci chiama quotidianamente ad agire per consegnare terre e fossili intatti alle future generazioni”.

[Nella foto: una delle immagini di “Filari di luce nel Monferrato”]