Ad Asti la sesta rassegna “Mondovisioni – I documentari di Internazionale”

La sesta edizione della rassegna “Mondovisioni – i documentari di Internazionale”, in programma allo Spazio Kor dal 9 gennaio al febbraio, proporrà per cinque mercoledì i docu-film selezionati da Find The Cure Italia Onlus e dall’Associazione musico-culturale Balla Coi Cinghiali tra quelli presentati da CineAgenzia lo scorso ottobre al Festival della rivista Internazionale a Ferrara.

Anche quest’anno i cinque documentari in programma, selezionati dai maggiori festival internazionali e tutti in prima visione in Piemonte, portano sul grande schermo storie di grande importanza, su questioni che riguardano l’attualità, la politica, i diritti umani e il mondo dei media, con l’intento di fornire un’informazione chiara, profonda e consapevole su tematiche spesso difficilmente fruibili dai media classici”, hanno commentato gli organizzatori.

Si parte il 9 Gennaio con “Euro Trump”, un ritratto esclusivo dell’olandese Geert Wilders, una delle figure di punta della nuova destra europea. Antieuropeista e noto per le sue posizioni contro l’Islam vive sotto scorta da dodici anni. Il documentario lo segue nella campagna elettorale del 2017, mentre si candida alla guida del paese. In quelle elezioni il suo Partito per la Libertà è arrivato secondo e la stampa ha parlato di sconfitta del populismo, ma le idee di Wilders e la sua retorica incendiaria hanno da tempo superato i confini dei Paesi Bassi, imponendosi nel dibattito politico europeo e non solo.

La rassegna proseguirà il 16 Gennaio con “Recruiting for Jihad”, che segue per tre anni la vita quotidiana e le attività dell’estremista islamico norvegese Ubaydullah Hussain fino a quando nell’aprile 2017 viene arrestato per aver arruolato volontari per conto del gruppo Stato islamico e organizzato il loro viaggio in Siria. In quell’occasione la polizia sequestra anche il materiale girato e per i due registi comincia una battaglia giudiziaria, tanto che il docu-film, nato per esplorare l’ideologia jihadista, si trasforma anche in una riflessione sulla libertà d’informazione.