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Speciale 118 Sindaci: intervista ad Aldo Fara, Sindaco di Moncalvo

118 Sindaci: incontriamo Aldo Fara, Sindaco di Moncalvo.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No, da bambino no.

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Un po’ in famiglia perché mio padre era assessore, poi ho studiato dai Salesiani dove era sponsorizzato l’impegno sociale di noi credenti. E poi nel partito, e quando è stata la mia ora mi sono candidato.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Prima di fare il sindaco ho fatto 3 legislature, le prima in minoranza, poi da assessore, e poi Vicesindaco.

Poi ho fatto 2 legislature da Sindaco, un’altra da Vicesindaco e questa di nuovo da Sindaco.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Quello di augurarmi di poter svolgere al meglio le mie funzioni.

Era anche la prima volta che il sindaco veniva eletto direttamente dai cittadini e l’essere scelto direttamente aveva anche qualche significato in più.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Non c’è stato un impegno più complesso degli altri che possa citare. Tutti gli impegni hanno la stessa portata.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

I lavori pubblici.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Credo quello di avere messo in sicurezza i plessi scolastici.

Si tratta di lavori che, da fuori, non sono evidenti, ma sono importantissimi.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Stando in mezzo ai cittadini.

Grazie al fatto che ho la possibilità di avere del tempo a disposizione, io sono sempre disponibile.

Sulla porta del mio ufficio, come vede, c’è scritto “Avanti”.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Si, altrimenti non avrei fatto il Sindaco di questo comune e per così tanto tempo.

39 anni in Amministrazione, e 4 da Consigliere Provinciale, posso anche lasciare.

Non abbiamo ancora deciso, ma se non mi candido più nella Amministrazione Pubblica, nell’ambito del sociale qualche cosa voglio continuare a fare.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Non so se sono in grado di dare consigli ad altri. Ognuno di noi, per formazione e cultura, usa una sua propria azione, e vanno tutte bene.

L’importante è che lo scopo sia sempre e solo quello di servire i cittadini.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Meno burocrazia.

Occorrerebbe ripristinare i controlli che oggi non ci sono più perché eliminati.

Mi riferisco in particolare ai CORECO.

Nei piccoli comuni, dove il Segretario Comunale è presente per poco tempo l’eliminazione di questo Istituto ha provocato, e provoca, dei grossi problemi.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Noi abbiamo la fortuna di avere la Stazione dei Carabinieri, Carabinieri che sono sempre presenti sul territorio. Siamo lontani dai grandi centri urbani e anche questo aiuta il sentire un miglior senso di sicurezza da parte dei cittadini.

Comunque stiamo andando avanti. Abbiamo ottenuto il finanziamento e stiamo procedendo con l’installazione di un sistema avanzato di videosorveglianza anche nelle frazioni, così accontentiamo le giuste richieste dei cittadini.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

C’è stato un impoverimento generale, ma non tale da crearci molte problematiche sui bisogni. Il comune ha una trentina di case di edilizia popolare, che riescono a soddisfare questo bisogno.

Grossi problemi non ce ne sono.

Poi abbiamo un sistema di assistenza che è gestito In comunione con l’ASL di Casale e Alessandria, ed è molto efficiente.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

Se no, come potrebbe svilupparsi una sinergia tra amministrazione e no profit?

Tantissime.

Abbiamo il Servizio Sociale, La Croce Rossa, la San Vincenzo, il Movimento per la vita, la Parrocchia.

La Pro Loco, il Gruppo Alpini, e tutta una serie di Associazioni Sportive, praticamente una per ogni sport praticato.

E poi il Comitato Palio, quest’anno tornato vincitore da Asti.

Tutte queste associazioni si integrano a vicenda e collaborano efficacemente con l’Amministrazione Comunale.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Quello di rendere fruibile e recuperato nel suo complesso, palazzo Testafuochi.

E’ un palazzo che è di proprietà comunale, ci è stato regalato dagli ultimi proprietari.

Ospita, già, in alcuni locali, le sede di alcune associazioni; avrebbe bisogno di un importante intervento di manutenzione generale e di una destinazione che sia degna dell’Immobile.

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