Se la BCE tornasse sotto i riflettori l’azionario italiano potrebbe essere il primo a beneficiarne

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Nell’ultimo meeting di politica monetaria della Banca Centrale Europea del passato dicembre, sono emerse alcune indicazioni che potrebbero riportare l’interesse su quei mercati maggiormente penalizzati dall’esaurimento della politica di Quantitative Easing dell’istituto di Francoforte. Per tutti i lettori che non conoscono questo termine, con Quantitative Easing (ossia allentamento quantitativo) si intende una modalità insolita con cui la BCE agisce direttamente sull’economia di uno stato, per aumentare la sua valuta in circolazione.

Per tutti coloro che fanno trading sugli indici azionari, le mosse delle banche centrali rappresentano da sempre un market mover di impatto notevole; per questo motivo vale la pena di accendere i riflettori su quello che la Banca Centrale Europea ha indicato nell’ultima riunione di dicembre.

I tassi di interesse sono rimasti invariati come da previsioni e Mario Draghi, presidente della BCE, ha detto di aspettarsi una sostanziale invarianza degli stessi almeno fino all’estate del 2019. I mercati stimano addirittura che non ci saranno ritocchi fino all’inizio del 2020 quando il mandato dell’attuale Presidente della BCE Draghi si sarà esaurito.

Questa è una prima buona notizia per quei mercati, come quello italiano e non solo, che sono stati pesantemente penalizzati nell’ultimo anno proprio sull’aspettativa di un rischio di rialzo dei tassi di interesse della zona Euro nel 2019.

Il calo dell’indice azionario principale di Milano è stato nel 2018 di oltre il 16%, complice anche un costante rialzo dei rendimenti sui titoli di stato italiani (e dello spread Btp-Bund) dopo le elezioni primaverili. Le sfiancanti trattative sul deficit che sono avvenute tra Governo del Movimento Cinque Stelle di Di Maio e la Lega di Salvini con la Commissione Europea e il conseguente rischio infrazione, hanno penalizzato gli asset finanziari italiani.

Proprio la fine annunciata a dicembre 2018 del Quantitative Easing messo in piedi dalla BCE negli anni scorsi per cercare di contrastare la deflazione, è stata vista dai mercati come una minaccia per quei paesi ad elevata incidenza di debito pubblico e deficit. Una minor presenza della Banca Centrale Europea come compratore rischia infatti di alzare le tensioni sul mercato obbligazionario italiano oltre che sul settore bancario, il più rappresentato nell’indice azionario italiano FtseMib.

La BCE nel confermare la sospensione del piano di riacquisto dei bond a fine 2018, ha però riaffermato la volontà di continuare a reinvestire le obbligazioni in scadenza, di fatto mantenendo ancora un presidio importante sul mercato obbligazionario.

Durante la conferenza stampa il presidente Draghi ha indicato in “bilanciati” i rischi per la crescita economica, con la possibilità di un rallentamento congiunturale qualora le tensioni commerciali a livello mondiale dovessero persistere. Questa battuta ha riacceso le speranze dei mercati, i quali cominciano a guardare con interesse anche la recente caduta del prezzo del petrolio che potrebbe avere effetti importanti sul tasso di inflazione.

Un allontanamento dell’inflazione dal target 2% fissato da Francoforte riaccenderebbe infatti i riflettori su nuove manovre espansive di politica monetaria da parte della BCE con inevitabili riflessi positivi soprattutto sul mercato azionario italiano che tornerebbe ad essere messo al centro dell’attenzione da parte dei trader.

Un ritorno in campo della Banca Centrale Europea potrebbe infatti favorire un rimbalzo a V da parte dell’indice FtseMib, grazie all’effetto traino soprattutto di quel settore bancario fortemente penalizzato nel corso del 2018 dal dilatarsi dello spread tra BTP italiani e Bund tedeschi.

Sono ancora molti gli interrogativi per l’economia del 2019. All’interno della stessa Banca Centrale Europea ci sono incertezze. La tedesca Sabine Lautenschlaeger, appartenente al comitato esecutivo della BCE, pensa che sia comunque probabile l’aumento del prezzo del denaro anche se, secondo le sue dichiarazioni, tutto si baserà sui dati sull’inflazione della prima metà dell’anno. Per gli operatori del settore, quindi, si preannuncia un 2019 di grandi movimenti.

Foto fonte geralt – Pixabay

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