“Se sorge un dubbio sociale, puoi dirlo a…”

Fare diagnosi non è mai cosa facile, ancor più quando pesa il dubbio. Non solo in sanità. Se un alunno problematico richiede alla scuola di andare oltre le apparenze, se una donna, magari avanti con l’età, neppure riesce a chiarire uno stato di maltrattamento, se dietro ad affetti e premure si cela un calcolato raggiro, anche dubitare può rivelarsi benefico.

Sono infatti le professioni di cura e di primo ascolto, che più di altre hanno consuetudine con le più diverse emergenze, a porsi sovente qualche interrogativo.

“A chi lo dico? Posso sbagliarmi? Sarà una mia impressione ma…”, in questa zona grigia va a collocarsi l’iniziativa di uno sguardo intelligente, accorto, sensibile, che vada oltre la misura delle proprie competenze o del più rinunciatario “farsi gli affari propri”.

In tal senso la Giunta comunale ha ora deliberato formalmente l’istituzione di una sede a cui rivolgere quesiti, un Tavolo del Dubbio, che potrà ospitare domande e questioni da parte degli operatori e favorirne con l’apporto di magistrati e di forze dell’ordine, di notai, di medici,insegnanti assistenti sociali la discussione e la disamina in un confronto plurale.

Come ricorda l’Assessore Mariangela Cotto “è la qualifica di incaricato di pubblico servizio a contemplare quel potere discrezionale, che poggiando su valutazione e pensiero, rende il dubbio non solo legittimo ma già significativo di cura in vista delle soluzioni più appropriate”.

È stata attivata la casella di posta elettronica dedicata iltavolodeldubbio@comune.asti.it a cui sarà possibile inviare un testo, sufficientemente descrittivo del quesito da affrontare. Nel rispetto e nella riservatezza richieste, alla casella avrà accesso il solo personale autorizzato del Settore Politiche sociali, Istruzione e Servizi educativi.