Per la Cantina di Vinchio e Vaglio Serra un’altra ottima annata orientata alla qualità

Qualità del vino, qualità delle persone, qualità del territorio: sono le tre dimensioni degli obiettivi che Viticoltori associati di Vinchio e Vaglio Serra persegue da diversi decenni e verso cui si proietta anche per il 2019, anno in cui festeggerà i 60 anni dalla fondazione.

Ogni anno, la Cantina di Vinchio e Vaglio Serra si arricchisce con una serie di proposte che ne fanno irrinunciabile punto di riferimento per gli amanti del buon “mangiarbere” e delle bellezze naturali che hanno nelle colline dei vigneti Unesco e nella Riserva naturale della Val Sarmassa i loro storici tesori.

Il 2018 è stato caratterizzato da alcuni momenti di grande rilevanza, primo tra tutti il passaggio di consegne, nella cura vitivinicola, tra il “maestro di vigna e di cantina” Giuliano Noè, storico enologo-pensatore di Vinchio e Vaglio ed il suo affermato allievo, Beppe Rattazzo.

Un cambiamento che è coinciso con la realizzazione all’interno dell’enopolio, di un moderno ed attrezzato laboratorio di analisi, prezioso lascito tecnologico dello stesso Noè alla Cantina, entrato nella sua piena funzione operativa durante l’ultima il vendemmia e subito ampiamente utilizzato.

Una vendemmia andata bene, che si è protratta a lungo, e che darà vini di altissima qualità, il principio alla base dei Viticoltori di Vinchio e Vaglio Serra: vini dalla “bevilibilità speciale”, equilibrati, dalla gradazione non esagerata e senza acidità.

Mentre procede il percorso di maturazione dei vini del millesimo 2018 è sempre in via di affinamento quello dell’Alta Langa, lo spumante metodo classico che costituisce una delle ultime sfide enologiche della Cantina. Inoltre è ormai pronta al consumo al consumo una Barbera d’Asti prodotta con uve coltivate con il metodo dell’agricoltura biologica: non si tratta di una novità assoluta, parlando di prodotti di cooperazione, ma ancora una volta un passo verso il futuro di una sempre giovane quasi sessantenne realtà.

Quest’anno si  è rafforzato il fatturato del mercato italiano, sul versante estero la Cantina ha optato per una scelta ben precisa verso il mercato danese. “La GDO danese imponeva una politica di prezzo che svalutava la qualità del nostro vino. – spiegano Lorenzo Giordano, presidente della Cantina, ed Ernestino Laiolo, direttore – Abbiamo quindi scelto di ridurre la nostra presenza in un mercato che ha sempre pesato molto nel nostro fatturato.” A fronte di questo calo, prende invece sempre più piede la presenza nel mercato russo e in quello cinese, dove iniziano a riconoscere la vera qualità del vino. Curiosità è la presenza di Guadalupe tra gli Stati esteri, dove è sbarcato il Brachetto.

Prosegue anche l’impegno della Cantina per la valorizzazione del paesaggio agrario dove prosperano i vigneti che forniscono la materia prima per i suoi vini: si avviano infatti alla conclusione i lavori di sistemazione del percorso naturalistico “I nidi di Vinchio e Vaglio”. Il percorso, realizzato su progettazione dello studio Capellino Architettura, permetterà, partendo dall’area verde di regione San Pancrazio, nei pressi della Cantina, di salire fino al culmine di una classica “collina del vino” e di qui di immergersi nella Riserva della Val Sarmassa, attraversando una bella zona boschiva, in cui sono state ricavate alcune aree di riposo e osservazione naturistica. L’obiettivo è inaugurare l’area ed aprirla al pubblico in primavera.