Guido Nicola, il Barbiere che divenne restauratore d’arte

Un libro avvincente celebra il ricordo dell’uomo che ha reso noto il borgo monferrino di Aramengo in tutto il mondo

Ci sono storie esemplari che lasciano il segno. Uomini e donne meritevoli di racconto e tradizione eterna nel tempo, per via di quell’innata attitudine al successo nella vita professionale e nel lavoro che con silente operosità hanno testimoniato giornalmente, facendone una bandiera per chi c’era, per chi invece è rimasto, e soprattutto per chi verrà dopo.

Come l’indimenticato Guido Nicola (1921-2015), capostipite degli omonimi Maestri d’arte e restauratori dell’era moderna, dal secondo Dopoguerra a oggi tutti universalmente riconosciuti tra i punti di riferimento a livello mondiale per le innovazioni apportate in un settore difficilissimo, quale quello dell’arte storica e della conservazione corretta dei capolavori che essa ha prodotto lungo la linea del tempo.
A ricordarne i fasti, e celebrarne altrettanto degnamente il ricordo ora c’è un libro, dal titolo ‘Guido Nicola, il piccolo grande uomo di Aramengo’.

Un testo autoprodotto dalla neonata Associazione dedicata al progetto di un istituendo Museo del Restauro a lui dedicato proprio dai familiari più stretti: la moglie Maria Rosa, i figli Anna Rosa e Gian Luigi con i rispettivi compagni di vita e mestiere Nicola Pisano e Gianna Tognin: tra gli autori principali delle memorie e dei capitoli del libro in oggetto, insieme a un mare di testimonianza affettuose, commosse e commoventi insieme, di coloro che Guido Nicola l’hanno incontrato, vissuto, apprezzato, abbracciato e insindacabilmente amato, ciascuno per propria parte e modo, senza distinzione alcuna di classe, genere, origine e professione.

Partito ricco soltanto del proprio talento e di un animo genuino dai colli astigiani di Aramengo, giunse a Torino per fare il barbiere: e ritornò per sempre nella terra natìa con un futuro radioso tutto da scrivere nell’affascinante campo dell’arte, grazie a intuizioni pionieristiche e a una passione viscerale e inesauribile che non conosce eguali.

Un uomo ricco di vitalità e di vita, prodigo di generosità e amore per il bello e il prossimo, di passioni di coltivare con cura certosina come si fa anche con il più piccolo e intenso dei colori di una tavolozza, o la più delicata e minuta delle argille da modellato.

Un professionista attento, Guido Nicola (lui, come il resto della famiglia e delle sue maestranze) stimato dai più grandi critici e storici dell’arte quali Federico Zeri e Vittorio Sgarbi, che fece del proprio, immenso, magnifico poli-laboratorio (in cui oggi, dopo 60 anni, la famiglia prosegue con onore e dedizione la nobile attività intrapresa nel secolo scorso) il primo edificio antisismico vero e proprio del Monferrato, in un periodo in cui nel Paese parlare di sicurezza edilizia propriamente detta era ancora pura fantascienza.

“Una lettura tutta d’un fiato che è un tutto a piè pari in un’epoca irripetibile della storia nazionale. Un artigiano-artista eccezionale e unico nel suo genere, un padre di famiglia che profuma e rivive pienamente nelle parole intense dei figli, della moglie e del resto della famiglia e della cerchia amicale e professionale insieme, in un percorso narrativo a blocchi che trasuda memoria e trabocca riconoscenza a ogni pagina, come un fiume d’affetto in piena. In una fase transitoria dissoluta e povera di testimoni autentici dei valori umani, civili e cristiani, Guido Nicola è un faro acceso sul presente a rischiarare le tenebre dell’uomo moderno, facendosi paradigma per i giovani un giorno chiamati a essere gli adulti di domani. Una figura memorabile nonché meritevole di diventare sempre più patrimonio di tutti coloro che credono ancora fermamente che lavoro e famiglia possano sposarsi ancora insieme in un binomio di felicità autentica lungo una vita”, dichiara Maurizio Scandurra, giornalista e saggista che per la Famiglia Nicola e il loro operato nutre da sempre profonda stima e viva ammirazione.